Napoli: Il Sangue dei Santi. Patrizia, Gennaro e gli altri 50.




Se c’è un posto nel Mondo, dove diventare un semi-Dio è più facile che altrove, quello è certamente Napoli. Non mi riferisco a divinità come Diego o il Pocho e nemmeno al Matador, ma a veri e propri Santi Cattolici. Già definita in passato “La città dei Sangui” per la miriade di ampolle piene di sangue raggrumato attribuite a diversi personaggi mistici, che puntualmente si sciolgono a testimonianza di una appartenenza al soprannaturale, Napoli conta il numero più alto di Santi Patroni.


Chi pensa che il più famoso San Gennaro sia l’unico protettore della città, avrà molto da meravigliarsi nell’apprendere che i Santi Patroni a Napoli, sono ben 52.
Ecco l’elenco completo:


San Tommaso d’Aquino
Sant’Andrea Avellino
Santa Patrizia Vergine
San Francesco di Paola
San Domenico di Guzman
San Giacomo della Marca
Sant’Antonio di Padova
San Francesco Saverio
Santa Teresa d’Avila
San Filippo Neri
San Gaetano di Thiene
Sant’Agnello abate
San Severo Vescovo di Napoli
Sant’Agrippino Vescovo di Napoli
Sant’Aspreno primo Vescovo di Napoli
Sant’Eufebio Vescovo di Napoli
Sant’Atanasio Vescovo di Napoli
San Nicola di Bari
San Gregorio Armeno Vescovo e Martire
Santa Chiara d’Assisi
San Biagio Vescovo e Martire
San Pietro da Verona
San Giuseppe sposo di Maria Vergine
San Michele Arcangelo
San Francesco d’Assisi
Santa Maria Maddalena de’ Pazzi
San Giovanni Battista
San Francesco Borgia
Santa Candida Iuniore
Santa Maria Egiziaca
Sant’Antonio abate
Sant’Ignazio di Loyola
Santa Maria Maddalena
Santa Irene Vergine e Martire
Sant’Emidio Vescovo e Martire
San Raffaele Arcangelo
Sant’Anna madre di Maria Vergine
San Luigi Gonzaga
Sant’Agostino Vescovo e Dottore della Chiesa
San Vincenzo Ferrer
Sant’Alfonso Maria de’ Liguori
San Francesco Caracciolo
San Giovan Giuseppe della Croce
San Pasquale Baylon
San Francesco di Geronimo
San Rocco
San Gioacchino padre di Maria Vergine
Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe
Santa Lucia vergine e martire
Santa Geltrude
Santa Rita da Cascia





Ma una tra tutte è considerata la compatrona dei napoletani, insieme a San Gennaro. Santa Patrizia da Costantinopoli.
Della sua biografia incerta e quasi leggendaria si sa che Patrizia nacque a Costantinopoli il 3 o il 4 Gennaio del 664 d.C. (attuale Istabul,Turchia) ed era la discendente di Costantino detto il Grande, la figura più influente dell’Impero romano che proclamò la libertà di culto e tolleranza del Cristianesimo (editto di Milano 313 d.C.).






A Patrizia, di stirpe nobile, ricca e di rara bellezza, fu imposto con la forza il matrimonio dal suo congiunto Costante II; ma sin da piccola espresse voto di verginità, e per mantenere fede al suo giuramento, decise di fuggire con la sua nutrice Aglaia a Roma per ricevere la benedizione di Papa Liberio, abbandonando il lusso e i privilegi della vita monarchica, abbracciando una vita sobria e spirituale. Divenne presto la sposa di Cristo.


Tornata in Patria per la morte del padre, lasciò il palazzo reale e i diritti sulla corona imperiale e distribuì la sua parte di eredità ai più bisognosi, desiderosa di partire in pellegrinaggio verso la Terra Santa, per pregare sul Sacro Sepolcro in Gerusalemme.
Durante il viaggio in mare fu sorpresa da una terribile tempesta che la spinse a far naufragio a Napoli sull’isolotto di Megaride, dove attualmente si trova Castel dell’Ovo.








Fu soccorsa da una piccola comunità di appartenenti al monastero dei frati Basiliani che le prestarono assistenza dal suo arrivo, fino a quando, in pochi mesi, una breve malattia la terminò a soli 21 anni.
Intorno a lei si sviluppò una piccola comunità di devote che con Aglaia si chiusero in clausura e rimasero a sorvegliare il corpo della vergine senza lasciare il convento dei frati; questi infine furono costretti a cedere il loro monastero per far fronte alla necessità.
La leggenda pone la data della morte di Santa Patrizia il 25 Agosto del 685 d.C. e santificata nel 1625.


Di animo semplice e caritatevole le fu attribuito un culto molto forte dal popolo napoletano che accolse le sue spoglie, prima nel monastero dei Santi Nicandro e Marciano a Caponapoli (dove si narra che ella profetizzò questo come luogo di sepoltura) e in seguito le sacre spoglie furono trasferite per motivi storici e sociali nel bellissimo monastero della Chiesa di San Gregorio Armeno nel 1864 (anticamente tempio di Cerere) custodite dalle Suore Crocifisse Adoratrici dell’Eucaristia, dette «Patriziane» secondo l’ordine monacale praticato dalla santa.


Il Miracolo e la liquefazione del sangue:


Il prodigio di Santa Patrizia è noto dal XII secolo per il trasudamento della manna (un liquido puro simile all’acqua) che sarebbe avvenuto lungo le pareti sepolcrali del corpo.
La liquefazione del sangue, simile a quello di San Gennaro, avviene però in tempi diversi e secondo la tradizione ogni Martedì (è possibile chiedere una grazia) e il 25 Agosto, giorno della morte.


Si racconta che un Cavaliere afflitto da enormi sofferenze, volle andare a pregare sulla tomba della santa per guarirlo. Pregò incessantemente tutta la notte senza staccarsi dalla reliquia, e spinto da una grande devozione, aprì l’urna e cavò un dente alla vergine, morta qualche secolo prima, per farne una reliquia. Dalla bocca di Patrizia fuoriuscì sangue come se fosse un corpo vivo; tra l’enorme meraviglia, il sangue venne raccolto in due ampolline, ancora oggi custodita, dalle quali si assiste annualmente il 25 agosto il «miracolo» ovvero lo scioglimento dei santi grumi, alla presenza dei devoti e delle telecamere.
Ecco perché il suo nome è accostato a quello del Santo Patrono Gennaro, per la liquefazione del sangue, certificato dalle autorità ecclesiastiche.

Curiosità: Patrizia è la Santa protettrice delle «single», delle ragazze in cerca di marito che si recano durante l’anno sulla sua tomba a pregarla, al fine di ricevere un buon matrimonio. Ma è anche la protettrice dei naviganti, delle partorienti e dei bisognosi.






Brett




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