Politically Correct? No, Scientifically Incorrect.


Stavolta mi tocca dare ragione perfino a Fontana, un leghista. Solo per aver espresso la peroccupazione di preservare la razza italiana dalla deriva genetica dovuta all’immigrazione incontrollata, è stato tacciato di razzismo. I cori della solita sinistra radical chic e non solo, si sono sollevati unanimi: “meno male che non ha tirato fuori la razza Ariana”.
Ma biologicamente parlando, Fontana dice il vero. L’Homo Sapiens Sapiens è una Specie. Ci riunisce tutti, bianchi, neri, gialli e paonazzi. Un’unica specie che riunisce tutte le razze.
Ma l’UNESCO nel 1950, forse in omaggio agli Ebrei e a suggello della allora troppo vergognosa e recente Shoah, decretò il divieto di citare il termine “razza” applicato all’Uomo. Sdoganò così il termine “Gruppi Etnici” che dovrebbe sostituire in tutto e per tutto l’esatta dizione scientifica. Un’escamotage politica per bannare una volta per tutte il termine “Razza” che però di fatto, continuerà a identificare i vari ceppi, che volenti o nolenti si dividono in cinque principali categorie: Caucasoide, Mongoloide, Amerindioide, Negroide e Australoide. E’ un concetto biologico, non sociale né discriminatorio. Non esiste una razza superiore ma una biodiversità che probabilmente è la vera ricchezza dell’Umanità intera. Siamo diversi, è inconfutabile. Diversi per indice di alcuni parametri ematici, per costituzione fisica, predisposizione a certe malattie e tolleranza di alcuni elementi nutritivi, nonché nel quoziente intellettivo. Una ricerca effettuata dal dott. Watson, quello che insieme a Creek scoprì il DNA guadagnandosi il Nobel per la Medicina, stabilì che la razza Negroide possiede un Q.I. più basso rispetto alla razza Caucasica, a sua volta inferiore alla razza Mongola. Tanto bastò a isolare il povero Watson dal Mondo scientifico al quale non bastò nemmeno rinnegare la sua opera scientifica con le (indovute) scuse. Fu tacciato di razzismo perché osò creare una discriminante razziale. Ma le diversità fisiche, almeno quelle sono lampanti e alla luce del giorno. La razza negroide possiede un fisico ben più poderoso rispetto alla razza Caucasica. La riprova risiede nelle competizioni sportive, dove i record di velocità appartengono quasi tutti alla razza negra, così come nella Box. Avendo una superiore potenza muscolare, prevalgono su rappresentanti di altre razze, ma chi ha visto mai un campione di nuoto di colore? Non ne esistono perché la leva muscolare del tallone, se gli conferisce maggior velocità, li penalizza nell’estensione del piede, operazione indispensabile nel pinneggiamento. Gli americani hanno costruito i grattacieli grazie agli operai di razza Amerindia, i nativi americani. Caratteristiche di tale razza sono un senso dell’equilibrio maggiore e la refrattarietà verso le vertigini. Un nativo Americano passeggia su una trave a 80 mt di altezza, con la stessa disinvoltura con cui camminerebbe sul bordo di un marciapiede. E che dire della razza Mongola? Se i Cinesi hanno scoperto la bussola, la polvere da sparo e tratto una scuola di cucina unica al mondo sfruttando una situazione di carestia, forse Watson aveva ragione nel collocarli al primo posto nel Mondo per Q.I. Ad ogni modo la scienza non è democratica, di questo dovremmo farcene una ragione, senza alterare la realtà, educando i giovani ad un machiavellico “rispetto” verso le razze in generale, instaurando il finto concetto che la razza non esiste.

Io non credo in questa forma di gentilezza. Dall’uniformare tutte le razze fino a farle scomparire, esistono interessi ben identificati. Dalla deriva genetica, dalla mescolanza di tutti i ceppi umani, col tempo ne verrà fuori una razza bastarda che comprende le differenze genetiche che oggi appartengono esclusivamente a comunità che da migliaia di anni stanziano nei propri territori. Un’unica razza con bisogni uniformati e priva di una identità, una memoria storica, con esigenze comuni e dunque soggetti perfetti per il mercato globalizzato.
E’ un’idea folle ma conviene ai plutocrati e dunque è appoggiata da tutti i loro servi della Politica, su scala globale.
Ma ancora gli uomini si dividono in etnìe, che è un concetto decisamente più culturale e arbitrario. E’ influenzato dalle usanze e dalle religioni, l’oppio dei popoli che da sempre li divide, anzicchè unirli. Ma anche in questo stiamo assistendo da qualche decennio a tentativi di unificazione, non senza resistenze, tra Vaticano, Chiese Ortodosse e aperture all’Ebraismo e all’Islam.
Addirittura il messaggio di unificazione estrema riguarda i sessi. L’educazione sessuale che subiscono i nostri figli fin da bambini, più che tollerante verso l’ipotetico terzo sesso, ne enfatizza il ruolo, addirittura il sesso viene indicato come uno stile di vita, un modo di vivere, qualcosa che si può scegliere e non una programmazione biologica.
Davanti a tutto questo è più che lecito indignarci, il pericolo maggiore risiede nell’assuefazione, nella rassegnazione. Esistono razze, etnie e sessi diversi, ciascuno con le proprie diversità, da accettare con il giusto spirito, senza obbedire ad un diktat sociale falsato nelle intenzioni e nello scopo.
Mi viene in mente la barzelletta che circolava nei bar americani negli anni ’50. Hei Joe, da quando permetti l’ingresso dei neri nel tuo locale? - Joe gli risponde: mi meraviglio di te Sam, non sai che il Mondo non si divide tra bianchi e neri ma……tra ricchi e poveri?
Ed è proprio questo il fine ultimo della plutocrazia e dei buonisti al loro seguito, dividere il mondo in sole due categorie: Master e Slave, cioè padroni e schiavi.

Brett

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