Quei 17 Medici Volontari di Borgomanero


I percettori di un reddito 0ver 100.000, si sfregano già le mani alla sola idea della tanto decantata quanto improponibile e inuqua “Flat Tax”. L’ignoranza del popolo italiano, visti i sondaggi pre-elettorali, va oltre l’immaginazione. Una promessa elettorale partorita da Salvini con il disinteressato appoggio dell’ex Cav. Ed ex libero cittadino di Arcore, evidentemente è ancora spendibile. Un bravo venditore di pentole riuscirebbe a far credere ad un italiano medio perfino che gli asini volano. Ma se le prossime elezioni premieranno ancora una volta il leader di questo centro destra (si fa per dire) e SE in qualche modo la flat tax dovesse anche in una minima parte concretizzarsi, per forza di cose e di cassa vedremo scomparire del tutto anche quei pochi servizi pubblici che oggi con estremo affanno, ancora sopravvivono. Sarebbe il trionfo delle privatizzazioni, per la felicità del Liberismo estremo. Diventerebbero totalmente private certamente Sanità e Scuola, in pieno stile americano. come negli Usa l’assistenza sanitaria sarebbe un benefit da acquistare e la tanto decantata longevità vedrebbe un inevitabile inversione di tendenza. I costi della Sanità, già oggi insostenibili per una buona parte di utenza, sarebbero sostenuti in toto o dal cittadino o da un’eventuale, apposita polizza assicurativa, che diverrebbe indispensabile. Che regalone alle Compagnie Assicurative, dopo quello già allegramente elargito ai gestori di acqua, energia e comunicazioni, negli anni passati e anche contro il parere referendario del popolo.
Ma esistono delle realtà che a scoprirle si rimane piacevolmente sorpresi. Nella Jungla della Sanità, dove ogni operatore cerca di vendere la propria, spesso discutibile opera, al massimo dello sfruttamento, giocando sulle liste d’attesa ad arte allungate per favorire i privati, realtà come quella di Borgomanero, sembrano appartenere ad un Mondo incantato che non esiste più e che forse non è mai esistito. Una realtà mai prima d’ora pubblicizzata, forse per evitare tentativi di emulazione, quella di Borgomanero è una ventata di ottimismo per un’ Umanità che sta morendo di profitto.
Erano in 17, oggi sono ventitrè e si alternano nella sede dell'Auser di Borgamanero, in provincia di Novara, per prendersi cura di chi ha problemi di salute e non ha i mezzi per permettersi visite specialistiche. Sono tutti primari in pensione - cardiologi, dermatologi, radiologi, urologi, nefrologi - che soltanto nel 2017 hanno visitato oltre 1.500 persone senza chiedere in cambio nulla. L'idea è di Maria Bonomi, ottantenne con un passato da sindacalista, ora presidente dell'Auser, l'associazione di volontari che si occupa di servizi per la terza età. Alla Stampa Bonomi ha spiegato che lei viene da una famiglia povera e così, nel 2010, ha pensato di chiedere ad alcuni amici medici se volessero collaborare con lei per aprire un piccolo ambulatorio gratuito dove aiutare chi avesse bisogno di cure specialistiche e non se le potesse permettere: rifugiati, pensionati, disoccupati, persone in difficoltà economiche.
I primi a prestare gratuitamente la loro opera sono stati Piero Sacchi, primario cardiologo, Sergio Cavallaro, urologo, e Felice Fortina, nefrologo. Sacchi andava in ambulatorio per visitare i nuovi pazienti
anche dopo essere stato colpito da una malattia che lo aveva costretto sulla sedia a rotelle.
Oggi a seguire il loro esempio ci sono 23 medici specialisti, tutti in pensione, che garantiscono un servizio invidiabile: non ci sono mai code e non si paga nemmeno il ticket. Le specializzaziono sono 17 e grazie alle donazioni di alcuni pazienti dei medici che partecipano all'iniziativa è stato possibile acquistare alcune indispensabili apparecchiature diagnostiche.
“Da bambina ho sofferto la povertà, quella dura, quando non hai neppure la minestra: in famiglia eravamo in dieci tra fratelli e sorelle, ma allora la solidarietà era il pane quotidiano. Così, davanti a tanta gente che non aveva i soldi per curarsi ho chiesto a dei medici che conoscevo se mi aiutavano a creare un piccolo ambulatorio gratuito”. Con queste semplici parole, accompagnate da un candido sorriso, la Maria (così la chiamano amorevolmente) ci spiega quale sia stata la molla che la spinse nel 2010 a concretizzare la sua idea. Uno dei fondatori, il dott. Piero Sacchi, ex primario Cardiologo in pensione, alla domanda del giornalista “Come mai ha scelto di continuare a lavorare gratis invece di godersi la sua legittima pensione riposandosi?”, risponde: “Io mi riposo così. Nella vita ho sempre lavorato, la mia salute ancora me lo permette e fare il medico non mi è mai pesato, non l’ho mai visto come un lavoro ma una passione. Curare la gente mi ripaga abbondantemente e non saprei cos’altro fare”. “La gente - dice il dottor Cavallaro, uno dei fondatori - ha sempre un cuore grande. Chi non ha i soldi, ti porta la scatola di cioccolatini o caramelle, una bottiglia.
E poi abbiamo pazienti che ci hanno fatto delle donazioni con cui abbiamo potuto acquistare delle apparecchiature diagnostiche, una signora commossa ha voluto regalarci un ecocardiografo. Ma l’aspetto più bello è che le persone ti scelgono liberamente, al di fuori di ogni rapporto economico”.
In questo Mondo di ladri e di accattoni, questi giovani anziani volontari, a stipendio zero, sembrano usciti da un romanzo di Kronin, è quasi surreale. Se qualcuno si commuove nel vedere i volontari (STIPENDIATI) delle ONG, l’affare del millennio che si basa sull’accattonaggio, sulle corrutele, evasione fiscale, truffe e traffico di merce umana, non potrebbe che prostrarsi ai piedi di questi uomini che hanno fatto della carità umana una professione e della professione di medico, una missione a vita.
Bravi dottori, Brava Maria. Grazie di esistere.

Brett

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