L'uomo che salvò il Mondo
Il 26 Settembre 1983, durante il periodo più caldo della guerra fredda (dopo l’episodio della Baia dei Porci a Cuba), i sovietici avevano da qualche giorno abbattuto un aereo civile coreano uccidendo 269 civili, Stanislav Petrov era l’Ufficiale di Servizio al Bunker Serpukhov 15 a Mosca. Il KGB aveva allertato per un alto rischio di attacco missilistico da parte degli USA e la tensione non era mai stata così alta. Petrov aveva il compito di monitorare il satellite spia sovietico che proteggeva lo spazio aereo russo da eventuali missili in viaggio verso l’URSS. Durante le prime ora della notte il sistema segnalò il lancio di un missile americano. Petrov, tra l’esterefatto e l’incredulo, non si sa come o perché, immaginò che si trattasse di un malfunzionamento del satellite. Ben consapevole che una risposta da parte della Russia, in caso di falso allarme, sarebbe stato interpretato dagli USA come un attacco deliberato, con il conseguente innesco di un conflitto atomico (secondo il protocollo del “Mutual assurde Destruction”), con molto sangue freddo omise di dare l’allarme ai suoi superiori. Poco dopo i missili sul radar divennero cinque e le probabilità che si trattasse di un falso allarme diminuivano, ma anche in quella circostanza Petrov, non senza sofferenza e con molto sangue freddo, si accollò l’onere di segnalare ai suoi superiori semplicemente un malfunzionamento del sistema. I fatti gli diedero ragione, si trattò effettivamente di un guasto del satellite e il suo intuito quella notte cambiò il destino del Mondo.
Ma Stanislav Petrov si trovò per “caso” quella sera alla postazione di controllo, in quanto stava sostituendo il collega malato. L’intuito che ebbe Petrov si basò sul fatto che cinque missili gli sembrarono pochi per un attacco nucleare. Secondo la sua logica bellica dovevano essere molti di più, ma fu solo una sua personale interpretazione dal momento che non esistevano precedenti, un’illuminazione. Il collega che avrebbe dovuto essere al suo posto avrebbe avuto altrettanto acume e sangue freddo? Avrebbe assunto la stessa iniziativa o avrebbe messo subito al corrente i superiori? E questi avrebbero dimostrato altrettanto buon senso?
Il Politburo non la prese bene, infatti il militare fu mandato in pensione e il fatto secretato, anche per non far trapelare la vulnerabilità del sistema radar sovietico. Rimane il fatto che è solo grazie alla sostituzione apparentemente casuale di un ufficiale ad un posto nevralgico, che forse oggi l’Umanità ancora esiste.
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