Russia 2018: L'Italia ci sarà

Tutte quelle fastidiosissime pause calcistiche settimanali, l’interruzione del campionato, Domeniche senza la partita della squadra del cuore. Tutto per dare spazio alla Nazionale, la squadra che ci avrebbe rappresentato in Russia per i Mondiali. L’unica Nazionale degna di nota nel nostro girone era la Spagna, con la quale abbiamo puntualmente perso, ma almeno abbiamo visto un bel gioco, quello spagnolo. Ma ci è toccato perdere, vincere o pareggiare a stento anche con formazioni da parrocchia come il Liechtenstein, Israele, Albania e Macedonia. Squadrette in confronto alla nostra. Soprattutto abbiamo assistito al peggiore Calcio degli ultimi anni, rinunciando alle partite di Club e con qualche calciatore infortunato al quale la nostra squadra del cuore ha poi dovuto rinunciare per lunghi periodi, compromettendo il campionato di serie A. Se avessimo potuto scegliere avremmo fatto volentieri a meno della Nazionale, avremmo optato per la partita domenicale della nostra squadra. Ma la Nazionale è la Nazionale e la Patria richiede sacrifici. Allora ci siamo sacrificati nella certezza della qualificazione, una cosa data per scontata, dal momento che dal 1958 non ci succedeva di venire eliminati ai preliminari. Quello è un trattamento riservato a squadre di pippe, di asini. Invece questa volta le pippe siamo state noi, che esprimendo un calcio da dopo lavoro, abbiamo dovuto arrenderci perfino davanti ad una combriccola di dilettanti allo sbaraglio come la Svezia, alla quale è bastata la semplice interdizione fisica a bloccare ogni iniziativa offensiva degli azzurri. Offensiva inesistente ovviamente, ridicola, raffazzonata. La sola classe di qualche soggetto nostrano doveva bastare ad avere la meglio sugli spilungoni tutto muscoli e niente piedi, né cervello. Insomma siamo fuori dai mondiali e senza alibi o giustificazioni. Non abbiamo meritato la qualificazione, per gioco espresso e per impegno. Durante questi due anni abbiamo visto il peggio del Calcio proprio durante le partite di qualificazione della Nazionale, al punto che sembrava fatto apposta. Sembrava che qualche calciatore giocasse contro voglia e con i mal di pancia, tutti a rincorrere la palla senza ordine nè idee. Polemiche infinite pre e post partita, interpretazioni pittoresche da parte di Ventura e dei supervisori, coccole, complimenti, disprezzo. Tutto ciò che condisce le partite importanti, distogliendo le attenzioni dal calcio vero, quello che il Napoli, la Juve, l’Inter ci propongono settimanalmente.
Ventura lo hanno liquidato con un po’ di “meritati” soldini, Tavecchio non vuole andarsene, la poltrona gli frutta troppo e come tutte le puttane, ha sacrificato la propria faccia sull’altare del profitto. Del resto anche Abete e Carraro suoi predecessori, piansero per qualche mesetto prima di rassegnare le proprie meritatissime dimissioni. Deve essere un vizio di categoria, come per i politici nostrani che però subiscono (in teoria) la supervisione del Presidente della Repubblica, per la presidenza della FIGC non è previsto nessuno strumento legale atto a liquidarli.
La mancata qualificazione ai Mondiali comporterà un danno economico all’industria del Calcio italiano e all’indotto, pari a circa 1,5 miliardi. Sarà possibile rinunciare a tanto? L’Art. 7 del regolamento FIFA prevede ancora qualche spiraglio di speranza. L’Italia verrebbe ripescata qualora una delle nazioni partecipanti dovesse rinunciare alla convocazione per gravi motivi nazionali (Guerre, bancarotte, disagio economico estremo, calamità).
Conoscendo un po’ le dinamiche che regolano gli affari, sarebbe anche legittimo pensare di comprare un qualunque dittatore, magari tra  paesi come l’Iran, l’Egitto, il Senegal o la Nigeria. Paesi già gravemente instabili, che potrebbero rinunciare alla competizione senza dovere troppe spiegazioni. Paesi governati da dittatori che per soldi, magari 3/400 milioni di €, sarebbero capaci di qualunque iniziativa.
La logica cinica e spietata del Dio danaro ha contaminato tutto e lo Sport è una sua conquista nemmeno molto recente. Vedrete che le cose andranno esattamente così. L’Italia sarà ripescata in modo inglorioso quanto sospetto, sarà l’ennesima sceneggiata, un biscotto che il popolo calcistico sarà pronto a metabolizzare in cambio  di una metamorfosi assoluta del calcio finora espresso in campo. Magari con un gioco spumeggiante alla Ancelotti. In un periodo storico che vede il Mondo intero contaminato da scandali e truffe ben più imponenti, un gioco ubriacante legittimerebbe il tutto e chiuderebbe gli occhi anche ai più critici e alla menti più idealiste. E magari tra 20 anni nessuno ricorderà, così come nessuno quasi ricorda più lo scandaloso 2-2 proprio della Svezia che condannò l’Italia in Sud Africa nel 2004 e come nessuno più parla dell’arbitro Moreno, nonostante la nitida e inequivocabile confessione dello stesso.
La giustizia non è di questo Mondo, figuriamoci se può esserlo nel mondo del Calcio. Ingiustamente l’Italia parteciperà ai Mondiali di Russia. Il biscotto è già pronto per essere addentato, il tempo farà il resto e alla fine rimarrà solo un numero nel Palmares della Nazionale italiana.

 Brett

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