Chiedere la Carità è un mestiere da ricchi.



Quanti consensi può ottenere un’opera pia e caritatevole? Chi soccorre i bisognosi, chi provvede a sfamare i poveri, chi pensa alla loro salute. Sulla falsa riga delle religioni, tutte miranti alla salvezza dell’animo umano, quella militanza che garantisce il prosieguo della vita oltre la morte, che conforta i deboli, cioè coloro che non riescono a capacitarsi che la morte fa parte del ciclo della vita e cercano nei conforti religiosi un pass per prolungare la propria esistenza, le associazioni a scopi umanitari, le ONLUS cioè senza scopo di lucro, sono quelle che si garantiscono da sole una lunga e ricca esistenza. La massima copertura e il totale sostegno da parte di tutti, finanche adesso che abbiamo le prove che tutte nascondono fini speculativi, che sono pilotate da miliardari che vogliono cambiare il Mondo nel senso che più gli fa comodo. Miliardari che giocano a fare “Dio” muovendo mandrie di operatori che compongono i vari eserciti della salvezza, volontari che prestano la propria opera ma puntualmente ripagati e per giunta considerati angeli della salvezza. Le chiamano ONLUS, ONG, Istituti di Ricerca ma alla fine si possono riassumere tutte col vecchio e azzeccatissimo termine di “Accattoni”.
Alla pari di tutti coloro che in nome degli orfanelli (La Chiesa in primis) estorcono elemosine facendo leva sulla pietà o sulla benevolenza dell’Istituto stesso nei confronti del benefattore di turno, queste Organizzazioni rastrellano somme ovunque, tramite campagne strappalacrime, con argomenti toccanti e facendo leva su problemi realmente drammatici e spesso dimenticati dalle cronache, tesi a racimolare 10 € “Al Mese” o magari il 5 x 1000 da persone credule e sensibili. Il fatto che alla Presidenza di queste associazioni ci ritroviamo puntualmente vecchie cariatidi, campioni della speculazione come l’ex ministro della Sanità Francesco De Lorenzo o Marco De Benedetti, rampollo di una famiglia non esattamente incline alle opere umanitarie e gli uomini d’affari più ricchi del Mondo come Bill Gates, George Soros, Rockefeller o altri spesso sfacciatamente legati al mondo della politica come la Clinton Foundation.
Se vi pare possibile che questo genere di personaggi possa muovere un solo dito per il bene dell’umanità allora dissociatevi subito dalla riflessione. Se invece partiamo dal presupposto comune che quasi nessuno al Mondo spende la propria vita per una causa umanitaria, cominciamo a chiederci chi e quanti soldi girano nell’industria dell’accattonaggio 3.0.
Innanzitutto va ribadito il concetto che questi Enti, grazie ai finanziamenti ottengono degli introiti enormi con i quali pagano gli stipendi a tutti i dipendenti, senza i vincoli imposti dalle leggi governative e per questo è del tutto inutile chiedersi quanto guadagni un funzionario o un rendiconto delle spese che sostiene. Essendo donazioni sono soldi esentasse, dunque i fortunati volontari intascano uno stipendio netto e in quanto tale certamente più corposo di quello di un dipendente nazionale. Per quanto riguarda le forti donazioni da parte di miliardari “filantropi”, c’è da dire che è un ottimo sistema per eludere il fisco. Se vogliamo malignare (malignamo pure) possiamo pensare che buona parte di fondi donati in beneficenza possano rientrare nelle stesse tasche grazie ad una rendicontazione ridicola, praticamente inesistente. Specialmente se questi donatori si comportano bene anche con Fondazioni vicine agli ambienti politici. Di fatto sono difese a spada tratta pressochè da tutti i Governi del Mondo. I costi vertiginosi delle campagne pubblicitarie TV e sulle maggiori testate dovrebbero di per sé aprire gli occhi a chi invece si impietosisce davanti ad immagini di bambini denutriti, vergognosamente strumentalizzati o da genitori in lacrime che ripongono tutta la loro fiducia nella ricerca contro la malattia rara che ha sfortunatamente colpito il figlioletto o da pietosi utenti che ritengono reale la volontà di nutrire i poveri africani o i profughi delle guerre, o gli sfortunati bambini nati col labbro leporino piuttosto che gli anziani resi cechi dal tracoma, o i malati di cuore ecc. Queste sponsorizzazioni costano fior di milioni e spesso sono proibitive anche per aziende di rilevante portata.

Da indagini effettuate, per quel che è consentito essendo schifosamente tutelate e ammantate dagli organi statali, poco più del 10% delle somme raccolte vengono in genere destinate allo scopo, mentre la quasi totalità del monte donazioni viene saccheggiato dagli addetti ai lavori. Parte rientra come già detto nelle tasche dei grandi donatori, parte va ad altre associazioni facenti capo ai favoreggiatori (politici, stampa e altri organi asserviti) e il resto serve a mantenere in piedi il baraccone. Senza volersi ulteriormente indignare dalla tratta dei migranti, portata finalmente alle cronache negli ultimi giorni, vale la pena invece soffermarsi sulle Organizzazioni di ricerca, quelle tipo Telethon per intenderci. Le fonti mai confermabili, sempre per la difficoltà nei controlli e per la complicità dei Governi, riferiscono che queste organizzazioni investano sì in ricerca ma solo in minima parte per le malattie rare, notoriamente non convenienti alle industrie farmaceutiche. Che in buona parte i fondi vadano alla ricerca per malattie molto più remunerative, più comuni e che comunque, come per tutte le malattie, la ricerca tende non a prevenire ma a curare, come dire fidelizzare il cliente-paziente. Inutile fare ipotesi su quanti soldi arrivino per la lotta alla malnutrizione, alla cecità o ai cardiopatici congeniti, visto che i resoconti annuali riferiscono numeri impossibili da verificare non essendo nemmeno censiti i beneficiari.

Insomma anche all’alba del terzo millennio, l’accattonaggio rimane il maggiore opificio al Mondo, secondo solo all’industria della guerra, nei confronti della quale il traffico di droga impallidisce. Il mestiere più antico del Mondo che si contende il primato con la prostituzione, rimane la fonte maggiore di reddito, anche e soprattutto in tempi infelici per l’economia e il welfare dei comuni cittadini, complici loro malgrado del malaffare. Un giro d’affari dove guadagnano tutti gli intermediari, tranne i beneficiari e i donatori reali. Una speculazione dalle dimensioni titaniche, antica e collaudata, parteggiata da chi conta e le cui magagne sono troppo in vista per essere notate.

Brett Sinclair

Commenti