Roghi estivi, ius soli e altre dita da guardare per non vedere la Luna
Il nulla ideologico del Berlusconismo lo conoscevamo, lo abbiamo voluto ma solo per mancanza di alternative ad una Sinistra inguardabile e dai contenuti osceni, snaturati e pericolosamente impopolari. La pochezza della Sinistra è cosa ben nota ma che sia diventata una costola del Capitalismo è certezza dei primi anni del millennio. Da quando Francesco Rutelli, Lapo Pistelli e una delegazione della Margherita partirono alla volta di New York, dove raggiunsero al 33° piano di un grattacielo con vista su Central Park, il magnate George Soros. Già conosiuto e apprezzatissimo nel settore della destituzione e sostituzione di poteri sovrani di molte Nazioni, istigatore di ribellioni, colpi di Stato e guerriglie tese ai favori della borsa e dei mercati, filantropo per copertura e appassionato di sconvolgimenti geopolitici, Soros era un partner al quale la Sinistra Catto-Comunista, già divenuta snob e frequentatrice delle alte sfere dell’Economia, non voleva rinunciare e al quale guardava con speranze di affermazione di un potere che già andava consolidandosi, nei confronti di un improbabile ma altresì unico Centro Destra. Era il 2005 quando l’allegra brigata si consegnò nelle mani del magnate americano, con una lettera di presentazione del Compagno Carlo De Benedetti, che garantiva Rutelli quale politico di successo. Fu solo il primo di una serie di incontri dai quali scaturì il piano di europeizzazione dell’Islam, chiesto da Soros.
Al rientro in Italia, De Benedetti organizza un vertice tra i DS e Margherita, dalle ceneri dei quali poi nascerà il PD. L’asse PD-Soros nasce dall’esigenza di defenestrare il Cav. Un’operazone assimilabile alle Primavere Arabe, una rivoluzione colorata con l’ultimo dei colori disponibili nella tavolozza di Soros, il viola. Il 5 dicembre 2009, la piazza San Giovanni a Roma si riempì di centinaia di migliaia di persone del popolo viola organizzate su Facebook per chiedere al governo le dimissioni. Quel giorno venne chiamato il No B. Day. Ma il Berlusca non si dimise e a quel punto servì un piano B, che è quello che conosciamo tutti sotto il nome di “Olgettine” , “Ruby Rubacuori” e “Bunga Bunga”. La specialità della premiata ditta Soros-De Benedetti. Con la benedizione di Re Giorgio, il quale non disdegnò di ripresentarsi in secondo mandato (unico Presidente della Storia) pur di sugellare l’ingresso della Sinistra in Parlamento senza passare per lo scoglio elettorale. Ma in seguito ai Governi Monti e Letta, dai meandri di una Firenze fino ad allora silente, entra in gioco un ilare folletto, semisconosciuto ai più. Il furbastro, sentendo odore di trama di palazzo, di piatto ricco pensò bene “Mi ci ficco”. Regala a Soros il vecchio carcere “Le Murate”, dove il vegliardo ha poi creato un Resort, punto di incontro di tutte le organizzazioni per la liberazione dei popoli oppressi, Organizzazioni mondiali di esportazione di democrazia. Il Compagno Renzo Piano si fece carico del sacrificio di trasformare la vecchia prigione in un albergo extra lusso. George Soros, ingraziato dall’inaspettato quanto gradito omaggio della ditta Renzi, puntò sul folletto di Rignano quale uomo politico di riferimento, bruciando la strada al “Povero” Enrico Letta che già se ne andava in giro per il Mondo portando a casa con fierezza opere caritatevoli da 500.000€ di targa Saudita.
Siamo arrivati così al 2017 passando per il 5 Dicembre, data che di fatto stabilisce la nullità del Rignanese mettendo a nudo tutto il suo mal governo a spese pazze del Paese ma soprattutto il suo autolesionismo, o se vogliamo la resa di un millantatore che voleva passare per statista circondandosi di compagni di merenda meno abili di lui. In effetti il peccato originale di Renzi è proprio questo, avere avuto la presunzione di fare lo statista pur essendo consapevole (forse) di non esserlo e nello stesso tempo circondarsi di amici che gli hanno garantito solo lealtà e servilismo, creando così un tavolo di dilettanti allo sbaraglio con intenzioni seriamente nocive, che hanno minacciato quel poco che resta della sovranità di una Nazione già svenduta alla Plutocrazia.
Ma la contropartita con Soros va pagata e la stiamo pagando noi. Il traffico di merce umana nel Mediterraneo ha avuto una paternità “Sinistra”. Renzi come tutti i bulletti di paese, una volta ingravidato la fidanzata l’ha abbandonata al suo destino. Si è sbafato sedendo a capo tavola ed è scappato prima che il cameriere portasse il conto. Il prosieguo dell’operazione di deportazione, dei flussi organizzati dalle ONG di Soros continua anche se il furbetto non abita più a Roma, anche se si è rintanato nella sua Firenze sconvolgendo il suo Partito in pieno stile scissionista, anche se al Parlamento è rimasto un suo fantoccio che continua a danneggiare il Paese secondo la linea d’oltre oceano dettata dal filantropo, magari con un minimo garantito fino a fine legislatura, qualche altra piccola falla in un muro che già si è quasi del tutto sgretolato. Tra un incendio e l’altro, tra uno ius soli e una imposizione di vaccini, una “Buona Scuola”, i diritti Gay e l’onnipresenza del teatrino Vaticano che per concomitanza geografica ci tocca, magari riusciranno a portare a casa (Loro) un CETA o un provvedimento ammazza pensionati.
Tutto grasso che cola dalle fauci del Conte Ugolino.
Brett Sinclair
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