In punta di piedi è arrivata la Cina.


Avete mai visto il funerale di un Cinese? Credo di no, come me del resto.
Del cinese non si butta via niente, nemmeno i documenti. Agli occhi di noi occidentali sembrano tutti uguali, tanto simili che molto spesso ci risulta impossibile riconoscerli uno dall’altro, specialmente dalla foto formato tessera.
Ecco che l’ingegno cinese ti ricicla il documento dello scomparso, previa accurata disintegrazione del cadavere. Quei documenti vengono assegnati ad un connazionale che gli somiglia e che è in attesa di regolari documenti con tanto di permesso di soggiorno. A quel punto servirebbe solo la prova del DNA per identificarli, ma in questo non siamo attrezzati. E così, via via i cinesi italiani risultano sempre più longevi, a prova di INPS. Hai voglia ad innalzare l’età pensionabile.
Se fosse vero che nascono e non muoiono potrebbe spiegarsi così il fenomeno della sovrappopolazione cinese.
Scherzi a parte i Cinesi sono hanno rappresentato un Impero nel passato e nella loro furbesca discrezione lo sono tutt’oggi ma, a differenza degli spocchiosi americani che ostentano anche se magari non sono, a loro non interessa il riconoscimento della platea globale. Loro sono e basta, senza fare chiasso utile solo a catturare le attenzioni spesso dannose. Un popolo saggio che ha visto momenti difficili, impossibili e pure da quelli ha tratto un beneficio. In tempi di carestia furono costretti a mangiare di tutto, cavallette, serpenti, pesci strani e insetti ma anche da quello ne hanno ricavato un’arte poi commercializzata nel Mondo. Il piatto forte del Cinese è saper fare di necessità virtù, non ne vedremo mai uno mentre si piange addosso ma piuttosto a sgobbare anche 16 ore al giorno, senza lamentarsi. Morire di lavoro è una caratteristica assoluta e lavorare quasi senza diritti è una prerogativa tutta Cinese, ma vincente.
L’arte della contraffazione, del fottere la gente offrendo quello che “DesideLa l’OnoLevole SignoLe” è superiore anche alla fantasia affidata allo stereotipo del napoletano nei primi anni del dopo guerra, quando vendeva barattoli con l’aria di Napoli o meduse ai turisti per fare la zuppa di pesce, quando l’arte di arrangiarsi era vitale. Li abbiamo visti contraffare brand prestigiosi sapendo che gli acquirenti occidentali sono talmente ottusi che prima della qualità comprano il marchio, che la loro esigenza è semplicemente ostentare. Hanno esagerato nel produrre merce di scarsa qualità, tanto da meritarsi il termine “Cineseria” per indicare un prodotto scadente e tarocco ma parallelamente hanno anche conquistato fette di mercato sempre più consistenti offrendo qualità e prezzo laddove la piazza lo esigeva.

La svendita conseguente che ha contagiato il Mondo intero, Europa compresa, ci indurrebbe ad associare la Cina a tutti i mali del Mondo. Ma ragionandoci, perché non avrebbe dovuto approfittare dell’inadeguatezza della risposta occidentale? Siamo finiti male, nella morsa dei mercati spietati che ci hanno svalutato tutto, la nostra stessa vita ma non possiamo additare la Cina quale responsabile assoluta. E’ stato l’Occidente a non saper rispondere alla sfida del dragone che oggi ha vinto su tutti i fronti. Noi paghiamo lo scotto di pezze e rattoppi di un Mercato impreparato e che probabilmente nemmeno serviranno a contrastare lo strapotere del Paese del Sol Levante.
No, io non me la sento di condannare la Cina perché non si è fermata davanti al cadavere del concorrente. Non si può condannare un avversario se è troppo forte, è sempre il più debole che perde. Che ci piaccia o no, sulle ceneri di un impero occidentale decadente, sta nascendo il nuovo sovrano mondiale. Senza la spocchia alla quale gli USA ci hanno abituato, dovremo riconoscere la supremazia Orientale su tutti i versanti e confidando che questi nuovi padroni del Mondo abbiano più giudizio di quelli che da due secoli ne hanno retto le redini incasinando tutto il possibile.

Brett Sinclair

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