Andrea Marcucci, riserva di Romani, capo gruppo PD al Senato. Berlusconi ringrazia i nemici del PD.


 . Una delle più amate e ostentate frasi in uso dalla Sinistra Radical Chic, quella permissiva, garantista alla pari del Centro Destra dell’ex Cav. Quasi a volere scagionare i rampolli dell’alta società, quando questi proseguono un percorso imprenditoriale iniziato dai padri. Percorsi quasi sempre sporchi e dove ancora ci si sporca, perché certi obiettivi non si raggiungono mai con le proprie forze e mai mantenendosi nella legalità. Così anche lo stereotipo farlocco quanto piddino, lascia il tempo che trova. I figli sanno sempre dove i loro padri hanno incontrato la fortuna e conoscono bene i loro peccati. Ma è un dato di fatto che nessuno mai ha rifiutato la fortuna di famiglia perché in disaccordo con i metodi spicci o poco ortodossi con i quali i padri hanno favorito l’incontro con la fortuna.
Tra i tanti Andrea Marcucci, appena nominato capo gruppo PD al Senato. Figlio di Guelfo Marcucci, fondatore della holding di famiglia, coimputato insieme a De Lorenzo nel 93, per la triste storia del sangue infetto. Il processo viene riaperto solo qualche anno fa, ma la morte dell’imprenditore lucchese si porta la vicenda nella tomba, con tutti i suoi segreti e peccati.
Andrea è proprio in quegli anni che entra in politica, nelle fila del PLI di De Lorenzo, divenendo il più giovane Senatore della storia della prima Repubblica. Passando poi nel maxi contenitore PD (tanto, tutto fa brodo quando hai una poltrona), Andrea è socio della Kedrion, una delle consociate di famiglia, della quale il fratello Paolo è Presidente. La Kedrion tratta emoderivati (un pallino del fondatore), ha ricevuto diverse centinaia di milioni di finanziamenti regionali e dal fondo per lo sviluppo economico, nonché l’ultimo regalo del Governo Monti che liberalizzò il commercio di sangue ed emoderivati tra USA- Canada e Italia. Come se non bastasse, al benessere aziendale, ha pensato anche la Regione Toscana che, con un recente atto ha deliberato la cessione gratuita del sangue da donatori, alla ditta Kedrion, la quale, dopo un opportuno trattamento (???) lo rivende alla Regione al costo di 210 € alla sacca. Alla Regione Toscana è insediata anche l’altra sorella Marcucci, Marialina, ma il conflitto di interessi pare non sia un reato in Italia e nemmeno un’usanza sgradita, dunque evviva i controllati-controllori.
Tanto più che Marialina ha seguito orme paterne collaterali, l’altra passione di Guelfo, le telecomunicazioni. Da sempre nel mondo dell’editoria e delle TV, ha gestito AD, proprietaria di NIE, la casa editrice dell’Unità. È stata presidente del Gruppo Marcucci Comunicazione, che ha raggruppato varie società europee nel settore televisivo, della trasmissione e dell'interattività:
· ARTES – società editrice del TG di Videomusic e di Elefante Tv;

· TELEVISUAL – specializzata nel settore della multimedialità e dell'interratività;

· SIT – trasmissioni via etere e via satellite;

· SUPER HELLAS.

Già alla fine degli anni 70, Guelfo fondò il circuito “Elefante”, nel 1984 acquisì Videomusic, poi ceduta a Cecchi Gori. Ma il gruppo “Marcucci Communication”, del quale Marialina è da sempre l’AD, lancia “Tele Ciocco”, dalla tenuta lucchese dove risiede il Ciocco, dimora e sogno proibito di tutti noi bambini negli anni 60/70 (Ciocco bimbo, Bim Bom Ba) e sede di ritiri calcistici della massima serie, oltre a divenire il gestore di tutti i ripetitori.

Qui, da terzo polo alternativo al duopolio RAI-Mediaset, il Gruppo Marcucci inizia a rivestire un ruolo fondamentale nel panorama italiano delle TV private. E’ qui che la storia dei Marcucci si intreccia con Berlusconi e con quel Paolo Romani, tanto caldeggiato dal Berlusca alla presidenza del Senato. Anche Romani investì le sue risorse nelle TV di quegli anni. Nel 74 fondò TVL, dopo qualche anno divenne direttore di Rete A, per poi rivestire l’incarico di AD di Tele Lombardia, rispondendo all’appello di Salvatore Ligresti. Dal 90 al 95 dirige Lombardia 7, che poi rileva.
Ligresti, Berlusconi, Romani e Marcucci, furono e sono i registi dell’attuale assetto del settore televisivo in Italia coadiuvati da Craxi (legge Mammì) prima e direttamente da Berlusconi con Forza Italia dal 94 in poi.
La richiesta dell’ex Cav in merito alla presidenza del Senato destinata all’amico Romani, disattesa da Salvini su diniego del M5S, sembra invece essere stata accolta da parte del PD, degli amici di sempre che, in un modo o nell’altro, hanno garantito al genio di Arcore, una continuità alla protezione delle sue aziende.
In tutto questo intreccio di interessi, tra regali alle farmaceutiche, gestione di ripetitori e frequenze tv, chi paga è sempre Pantalone. Se le colpe dei padri non ricadono sui figli, i privilegi certamente sì.


Brett

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