Tutti a Casa. Ci serve altro.


L’unica lezione che gli italiani hanno imparato  dal mal governo degli ultimi anni, è che devono approfittare della tornata elettorale per cambiare, per combattere chi fa politica per interesse proprio, i conniventi e gli incapaci. Finalmente un segnale di risveglio del popolo. Da Canicattì a Trento, una media del 70% di italiani hanno finalmente alzato il culo dalla sedia per combattere di matita. Punte anche dell’85% di votanti, testimoniano una sofferenza mai avvertita prima, che ha addirittura guarito gli italiani dall’astensionismo cronico che li affligge da sempre. Un voto di pancia, di disperazione, capitato purtroppo proprio quando, grazie al Rosatellum, lo stesso era vanificato a prescindere. La legge truffa, altrettanto truffaldinamente approvata infatti, garantisce un Governo al reale vincitore della sfida, solo con un quorum di oltre il 40%. Impresa impossibile anche per i Grillini dell’ultima ora, disturbati dal riesumato Cav e dai facili  populismi leghisti e Meloniani, che invece hanno usufruito eccome dei vantaggi elettorali del Rosatellum. In qualunque altro Paese, con la peggiore legge elettorale purchè non sia concepita e approvata da un decadente PD, un solo Partito che raggiunge un risultato inferiore di qualche punto rispetto ad una coalizione di ben 4 partiti, sarebbe considerata l’interpretazione esatta della volontà popolare. Invece una coalizione dei 4 partiti di Centro Dx, ciascuno dei quali destinatario al massimo di 1/3 dei voti del M5S, prevale farà parte del Governo.
Una bella trovata, quella del Rosatellum, creata ad arte per fare in modo che nessuno governasse, o magari a farlo sarebbero stati addirittura loro se non fossero stati nel frattempo relegati al 18% del quorum, impapocchiandosi con il centro destra di Berlusconiana fattura, anch’esso ridotto ai minimi termini.
E’ stato un voto punitivo per questo PD mutante, alla qual guida si ritrova per golpe ricevuto, il rignanese Renzi il quale, non pago dei disastri combinati, quando il fisiologico momento di dimettersi è finalmente arrivato, dall’alto della sua prosopopea, ci stupisce con la sua ultima trovata geniale. Si dimette dice, ma solo nel momento in cui vi sarà un Governo e fino a quel momento si aggrapperà alla poltrona, dettando le linee guida. Quelle vincenti, che ancora una volta dovranno apportare salute e prosperità al PD. Il ducetto di Rignano somiglia sempre più a due personaggi cinematografici, non saprei se più calzante l’americano a Roma o Nerone, entrambi interpretati da un grandissimo Alberto Sordi. Tra l'altro sembra che il 4 del mese non gli porti gran che bene. Svelto di lingua, non molto intelligente ma furbo, arrogante oltre il dovuto e amico di tutti i potenti. Politicamente discreto, con una visione narcisistica e ossessiva del potere e malato cronico di protagonismo, un disastro totale la sua esigenza di giocare a fare il grande, di voler somigliare a tutti i costi ad Obama o a Blair, copiare le loro politiche quando le stesse sono ormai anacronistiche. Uno così doveva durare anche meno di cinque anni. Il buon Napolitano forse lo sapeva, ma gli premevano di più le riforme, delle quali lo credeva capace. Invece la cosa gli è riuscita a metà e reso ancora più impopolare di come si era subito presentato. Oggi ce lo ritroviamo aggrappato alla poltrona, come un bimbo che non vuole più scendere dalla giostra, forse incapace di vivere lontano dai riflettori. Lui vorrebbe continuare ad avere il suo giocattolo, la cosa pubblica e prima di lasciarlo, intende assicurarsi che vada a finire nelle mani giuste, per lo meno dal suo punto di vista, quelle più amicali possibile.
Forse questa ennesima sciagura influenzerà il già difficile compito di Mattarella, il quale dovrà di fatto nominare un Governo mettendo insieme dei cocci, pezzi di rappresentanza popolare. Un compito arduo e dai risvolti imprevedibili, perché ancora una volta si è palesato il fatto che di Italia ce ne sono due. La sete di assistenzialismo, di tutela, di legalità, ha premiato il M5S (Reddito di cittadinanza, Guerra al conflitto di interessi, revisione dei trattati europei sull’immigrazione) al Sud, mentre al Nord ha prevalso l’esigenza di una pressione fiscale più moderata, essendo il lavoro un problema relativo, rispetto al Sud e il malaffare un danno collaterale dell’economia, ha premiato addirittura la Lega Nord. Il Rosatellum, con tutti i suoi cavilli e arzigogoli è riuscito nel suo intento. Ha  fatto in modo che un vincitore netto non uscisse dalle urne, ma non potrà sottrarre il Paese all’esigenza di un Governo che, in un modo o nell’altro, dovrà formarsi, coinvolgendo comunque i due poli più rappresentativi.
Il rottamatore è andato oltre, è stato un vero e proprio guastatore, un S.E.A.L. che ha smembrato il suo Partito per poi suicidarsi politicamente. I suoi Tweetter di oggi somigliano più alle Ultime lettere di Jacopo Ortis che alle righe di commiato di un ex leader che ammette e legittima la sua sconfitta.
Il PD è totalmente da rivedere o forse addirittura da abolire. Ormai da anni di sinistra aveva solo la storia di alcuni suoi componenti, nel frattempo adeguatisi al sistema. Anche la Destra moderata di Berlusconi ormai appartiene al passato. Se eliminiamo gli ormai inadeguati stereotipi tesi a identificare i Partiti tra Destra e Sinistra secondo il vecchio pensiero,
quello che resta è annoverabile in due filoni, i Liberisti Filo-Europeisti e i Populisti Protezionisti. Se, senza troppe maschere o alchimie politiche, dovessimo affidare la rappresentanza del popolo a queste due correnti contemporanee, non ci sarebbe Rosatellum che tenga alle prossime elezioni. Due correnti di pensiero così palesemente schierate, troverebbero certamente un vincitore netto in una disputa elettorale, anche con elementi di disturbo, terzi incomodi, mummie riesumate e egocentrici narcisisti.
E’ l’alba di una terza Repubblica? Non è detto ma anche se non fosse così, i politici tradizionalisti hanno fatto il loro tempo, sono destinati finalmente a scomparire.

Brett



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