“Non vergognatevi di vergognarvi, ne avete ampio diritto”. (Papa Francesco)
Tra un monito e l’altro non si lascia sfuggire l’ennesima stoccata verso i prelati, verso il marciume che affligge la Chiesa.
Insiste poi «la vergogna per essere scappati dinanzi alla prova pur avendoti detto migliaia di volte: “anche se tutti ti lasciano, io non ti lascerò mai”»; la vergogna di aver scelto «il potere e non te, l’apparenza e non te, il dio denaro e non te, la mondanità e non l’eternità». «La vergogna di aver perso la vergogna», chiosa il Pontefice che chiede a Dio di donare a tutti sempre «la grazia della santa vergogna!».
Ad orecchie laiche queste parole suonano come un monito alla Politica post ideologica. La degenerazione della ragion di stato per mancanza di ideali. Ancora una volta Papa Francesco ha centrato il problema. Quando 25 anni fa qualcuno ci disse che per governare un paese non servivano ideali ma una buona capacità imprenditoriale, poiché una Nazione non è altro che un’enorme azienda, si sbagliava o mentiva sapendo di mentire. Il nulla ideologico fu poi soppiantato dell’ideologia mondialista, il Nuovo Ordine Mondiale. Comunque sia è il destino a cui è andato incontro il Mondo intero. La mercificazione di tutto, la saturazione dei mercati, anche di quei settori di nicchia che venivano trascurati perché poco redditizi, grazie alle tecnologie che consentono una vendita capillare senza spese a piè di lista, hanno praticamente svenduto tutto lo svendibile, ivi comprese le anime, il pensiero, il credo. Unico scopo alla base di tutto è il profitto, sempre e ad ogni costo. La denaturazione dei popoli in favore della liberalizzazione dei mercati, la creazione di schiavi della modernità, entità intellettualmente poco esigenti, relegati al solo impiego di fedeli consumatori.
“Oggi l’Europa occidentale vive nella trappola della modernità e della postmodernità, il progetto della modernizzazione liberale va verso la liberazione dell’individuo da tutti i vincoli con la società, con la tradizione spirituale, con la famiglia, con l’umanesimo stesso. Questo liberismo scioglie l’individuo da ogni vincolo. Lo libera anche dal suo gender e un giorno anche dalla sua natura umana. Il senso della politica oggi è questo progetto di liberazione. I dirigenti europei non possono arrestare questo processo ma possono solamente continuare: più immigrati, più femminismo, più società aperta, più gender, questa è la linea che non si discute per le élite europee. E non possono cambiare il corso, ma più passa il tempo e più la gente si trova in disaccordo. La risposta è la reazione che cresce in Europa e che le élite vogliono fermare, demonizzandola. La realtà non corrisponde più al loro progetto. Le élite europee sono ideologicamente orientate verso il liberalismo ideologico”. Le élite liberali vogliono che l’Europa perda la propria identità, con la politica dell’immigrazione e del gender. L’Europa perde quindi potere, la possibilità di autoaffermarsi, la sua natura interiore. L’Europa è molto debole nell’intelletto, è culturalmente fragile. Basta vedere come i giornalisti e i circoli culturali discutono sui problemi di un’Europa che io non riconosco più. Il pensiero ha raggiunto i livelli più bassi di sempre. L’Europa era la patria del logos, dell’intelletto, del pensiero, e oggi è la caricatura di se stessa, debole spiritualmente e mentalmente. La forma di degradazione spirituale dell’Europa è cominciata con il modernismo, la perdita dell’identità cristiana, ma è arrivato al culmine negli anni Novanta, quando tutte le istituzioni vennero plasmate dal liberismo di destra in economia e dal liberalismo di sinistra nella cultura. L’approvazione dei matrimoni gay e la Stepchild Adoption ci hanno fatto capire dove stava andando l’Europa. Non è possibile curarla, perché le élite politiche non lo lasceranno fare. L’Europa sarà sempre più contraddittoria, sempre più idiota. (Aleksandr Dugin).
Tra le parole di Dugin, un filosofo Russo sgradito all’Europa e Papa Francesco, una fotografia dello status ad altissima risoluzione.
Ci sono in campo forze che vogliono privarci di tutti i valori e negare ai giovani la cultura, l’unica arma a difesa della libertà, oltre che ad un lavoro, una famiglia, un’identità. Ci sono poi forze che si ribellano a questo diktat e vengono combattute in primis con l’arma della delegittimazione, indicandoli con il termine pseudo-dispregiativo ”Populisti”. C’è poi un terzo attore, il più rappresentativo e influente, Papa Francesco, capo di un esercito che conta un miliardo e 300.000 unità nel Mondo. Così come nel passato, la Chiesa potrebbe influenzare e addirittura condurre una battaglia politica. Questa volta magari affiancando le forze giuste, quelle che combattono l’elite, i Populisti, quelli che difendono i valori umani, della famiglia e spirituali, i diritti acquisiti da civiltà vecchie di qualche millennio.
Luigi Di Maio, alla luce della sua “Ridicola visione della politica” , recandosi a baciare riverentemente il sangue di San Gennaro, lanciò un messaggio di apertura alla Chiesa. Un messaggio che oggi dovrebbe essere ascoltato con il giusto timore da parte degli anti-populisti.
La DC trovò i suoi consensi e la sua longevità nel patto di sangue con la Chiesa e con i Cattolici, così come i Partiti di ispirazione Cattolica nel Mondo. Ieri sera Papa Francesco ha lanciato un messaggio assordante, pur limitandosi ad un semplice appello alla vergogna, richiamando una frase di Pier Luigi D’Avigo di qualche anno fa “I politici hanno smesso di vergognarsi”. Un segnale che gli analisti politici di tutto il Mondo dovrebbero declassificare spiegandolo in parole comprensibili agli idioti di Governo Europei e ai signori della Plutocrazia.
Brett
Commenti
Posta un commento