Io Gracco, tu Gracchi, egli Gracchia
Ormai i
mostri generati dall’esigenza di audience non si contano più. Dagli anni 80,
una giostra infinita di personaggi insignificanti quanto vuoti di un vero e
proprio messaggio, si sono fatti largo sui palcoscenici richiesti dalla videocrazia,
grazie al semplice intuito di risultare in qualche modo stravaganti, fuori dalle
righe, chiassosi e a volte arroganti, senza un motivo valido. Personaggi che
mai avrebbero sognato di meglio per se, si sono aggrappati all’occasione della
vita, sfruttando uno degli aspetti più vulnerabili degli spettatori tv, la
tolleranza e le poche pretese.
Siccome da cosa nasce cosa, ognuno di questi intrusi sociali si è ritagliato il suo spazio, la sua nicchia di mercato, in base alle caratteristiche esibite all’immaginario collettivo. Oggi ce li ritroviamo ovunque, come se l’ignoranza endemica del Bel Paese non bastasse, rincarano la dose e fanno scuola. Dal cinema al teatro, ai salotti tv quali “Opinionisti” improvvisati, alla politica. Un cancro che si è infiltrato in tutti i distretti sociali, un attacco virulento che non accenna a cessare. Sarebbe lungo e improponibile stilare una lista completa di questi individui, ma i più dannosi e indecenti sono continuamente riproposti e dunque difficile da dimenticare. Vittorio Sgarbi, Gian Piero Mughini, Enrico Papi, Amadeus oltre ai pionieri di quelli che oggi sono i Master Chef, gli Chef “Stellati”.
Se da un lato questi hanno in qualche modo contribuito al contrasto della disoccupazione, innescando nei giovani la voglia di arrivare ad emularli, promuovendo scuole e rilanciando un mestiere al quale ci eravamo disaffezionati, è anche vero che l’esigenza di stupire con “Effetti Speciali”, ha partorito i cuochi del nulla. Piatti improvvisati ma tassativamente composti da ingredienti poco comuni, esotici, improbabili, magari anche dal sapore insipido e insignificante, purchè stupisca. Il gusto in fondo è l’ultima cosa, quando si tratta di tendenze non si bada a spese, né alla convenienza. E’ un diktat sociale.
Adesso non ci resta che arrenderci all’idea e cercare di prendere le contromisure, in qualche modo difenderci dal dilagare di questo mal costume. Va bene tutto, pure Sgarbi che detta linee pseudo-politiche urlando seduto ad un cesso, epiteti senza né capo né coda. Passi pure un Amadeus e un Mughini, dal momento che possiamo sempre cambiare canale, ma il cibo, specialmente quello italiano non si tocca. E’ un sacrilegio. Sarebbe come per un Napoletano, rubare il tesoro di San Gennaro.
Ah…a proposito di Napoletani: la pizza di Gracco, lasciatela mangiare ai suoi fans o a quelli che si credono fighi quando esibiscono lo scontrino da 16 €.
Siccome da cosa nasce cosa, ognuno di questi intrusi sociali si è ritagliato il suo spazio, la sua nicchia di mercato, in base alle caratteristiche esibite all’immaginario collettivo. Oggi ce li ritroviamo ovunque, come se l’ignoranza endemica del Bel Paese non bastasse, rincarano la dose e fanno scuola. Dal cinema al teatro, ai salotti tv quali “Opinionisti” improvvisati, alla politica. Un cancro che si è infiltrato in tutti i distretti sociali, un attacco virulento che non accenna a cessare. Sarebbe lungo e improponibile stilare una lista completa di questi individui, ma i più dannosi e indecenti sono continuamente riproposti e dunque difficile da dimenticare. Vittorio Sgarbi, Gian Piero Mughini, Enrico Papi, Amadeus oltre ai pionieri di quelli che oggi sono i Master Chef, gli Chef “Stellati”.
Se da un lato questi hanno in qualche modo contribuito al contrasto della disoccupazione, innescando nei giovani la voglia di arrivare ad emularli, promuovendo scuole e rilanciando un mestiere al quale ci eravamo disaffezionati, è anche vero che l’esigenza di stupire con “Effetti Speciali”, ha partorito i cuochi del nulla. Piatti improvvisati ma tassativamente composti da ingredienti poco comuni, esotici, improbabili, magari anche dal sapore insipido e insignificante, purchè stupisca. Il gusto in fondo è l’ultima cosa, quando si tratta di tendenze non si bada a spese, né alla convenienza. E’ un diktat sociale.
Adesso non ci resta che arrenderci all’idea e cercare di prendere le contromisure, in qualche modo difenderci dal dilagare di questo mal costume. Va bene tutto, pure Sgarbi che detta linee pseudo-politiche urlando seduto ad un cesso, epiteti senza né capo né coda. Passi pure un Amadeus e un Mughini, dal momento che possiamo sempre cambiare canale, ma il cibo, specialmente quello italiano non si tocca. E’ un sacrilegio. Sarebbe come per un Napoletano, rubare il tesoro di San Gennaro.
Ah…a proposito di Napoletani: la pizza di Gracco, lasciatela mangiare ai suoi fans o a quelli che si credono fighi quando esibiscono lo scontrino da 16 €.
Buon
appetito a tutti.
Brett
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