Il fallimento di TRONY e gli attentati incompiuti.
Trony
chiude. Una vittima illustre dell’ipertecnoeconomia. Saremo tutti clienti di
Amazon e di AliBaba in un prossimo futuro?
Le grandi superfici come Trony, che avevano lasciato sul lastrico milioni di piccoli e medi rivenditori, questa volta cede il passo a sua volta alla supremazia dell’E-Commerce. Più conveniente, comodo e dall’esposizione universale, dove trovi tutto quello che offre il panorama commerciale, ad un prezzo concorrenziale e te lo consegnano a domicilio. Di fronte a questa offerta non c’è grande superficie che tenga, il materiale non potrà mai concorrere con il virtuale. Specialmente quando il virtuale è talmente etereo che riesce a spostare le proprie sedi commerciali da un Paese all’altro a seconda della convenienza fiscale, massimizzando i profitti a scapito della semi-schiavitù dei dipendenti e godendo dei favori pressoché di tutti i Governi, che concedono sgravi fiscali in cambio di un soffio di vitalità (e magari qualche altro piccolo benefit).
Ultimamente UNIEURO ha impostato un nuovo marketing: si ordina on line e si ritira al negozio più vicino a casa. Un tentativo patetico teso al risparmio del centesimo, alla sopravvivenza in un ambiente che si fa sempre più carente di ossigeno. E dove l’ossigeno scarseggia, i primi viventi a morire sono proprio i giganti, a meno che non si adattino ridimensionando il proprio volume, come capitò ai dinosauri.
Ma questa suona come una bestemmia, specialmente in piena globalizzazione. Non sia mai che si perda una fettina di mercato. Guai a cedere una seppur infinitesimale nicchia di mercato, sarebbe la fine.
La sindrome Cinese ha modellato il resto del Mondo, ammazzando intere economie,
svalutando il mercato del lavoro e creando la nuova classe di poveri. La
temutissima quanto efficace economia cinese ha stregato il globo. E’ temuta ma
imitata quale modello unico di economia del futuro. Sarebbe da isolare ma tutti
le aprono le porte, ratificando di fatto l’insensibilità dell’Occidente verso gli
schiavi del lavoro, dichiarando a chiare lettere che l’importante sono i volumi
e non la qualità. Ma un eventuale embargo sarebbe impensabile, dati gli immensi
titoli occidentali che la Cina detiene in pancia. Le grandi superfici come Trony, che avevano lasciato sul lastrico milioni di piccoli e medi rivenditori, questa volta cede il passo a sua volta alla supremazia dell’E-Commerce. Più conveniente, comodo e dall’esposizione universale, dove trovi tutto quello che offre il panorama commerciale, ad un prezzo concorrenziale e te lo consegnano a domicilio. Di fronte a questa offerta non c’è grande superficie che tenga, il materiale non potrà mai concorrere con il virtuale. Specialmente quando il virtuale è talmente etereo che riesce a spostare le proprie sedi commerciali da un Paese all’altro a seconda della convenienza fiscale, massimizzando i profitti a scapito della semi-schiavitù dei dipendenti e godendo dei favori pressoché di tutti i Governi, che concedono sgravi fiscali in cambio di un soffio di vitalità (e magari qualche altro piccolo benefit).
Ultimamente UNIEURO ha impostato un nuovo marketing: si ordina on line e si ritira al negozio più vicino a casa. Un tentativo patetico teso al risparmio del centesimo, alla sopravvivenza in un ambiente che si fa sempre più carente di ossigeno. E dove l’ossigeno scarseggia, i primi viventi a morire sono proprio i giganti, a meno che non si adattino ridimensionando il proprio volume, come capitò ai dinosauri.
Ma questa suona come una bestemmia, specialmente in piena globalizzazione. Non sia mai che si perda una fettina di mercato. Guai a cedere una seppur infinitesimale nicchia di mercato, sarebbe la fine.
Del crollo di Trony, anche se ha creato ulteriori disoccupati, non riesco proprio a dispiacermi. Il fatto che anche altri colossi dell’economia globale siano in grosse difficoltà, a pelle mi fa godere, pur preoccupandomi per milioni di lavoratori che perderanno la loro occupazione.
Il sistema globale sta dando segni di cedimento, sta implodendo. I Partiti anti-sistema si moltiplicano, non solo in Europa e qualcuno riesce anche a vincere le elezioni, come è successo in Italia e come ha rischiato di accadere in Francia e in Austria.
Se conosciamo bene il caro vecchio sistema, quando come è successo in Italia, un movimento contrario è dato vincente dai sondaggi, si verificano puntualmente atti terroristici, attentati magari camuffati da jihadisti o a firma di una qualunque organizzazione estremista. Quanto meno la temuta ingerenza finanziaria o benevoli creditori che ci ricordano i nostri debiti con fare intimidatorio, erano previsti ma
non è successo.
Meglio così, ma rimane strano che l’apparato politico-massonico-finanziario, rimanga inerme a guardare le proprie strutture portanti, sgretolarsi sotto l’onda populista.
E’ probabile che il processo di globalizzazione, così come fu concepito, si stia ritorcendo contro gli stessi padri ideatori.
Un piccolo regresso dell’estremismo economico finanziario è auspicabile, poichè un sistema che cresce senza momenti di pausa è destinato a implodere, qualunque sia la sua natura.
Certamente non torneremo ai tempi in cui il lattaio ritirava i vuoti alla porta lasciandoci le bottiglie piene, ma un po’ di pace commerciale credo che potremmo permettercela. E’ un momento difficile per i colossi dell’economia. Trump che reclama la guerra dei dazi all’Oriente come all’UE, smantellando l’intera organizzazione USA e riproponendola ex novo, il Regno Unito che minaccia una seconda guerra fredda alla Russia e una UE che vede i principali Governi destabilizzati o rivoltati come un calzino, sono tutti segnali di cedimento, di debolezza del sistema.
E se il sistema cede, è possibile che possano riprendere fiato coloro che con lo stesso avevano perso la scommessa. Una rivincita? Forse no, ma un’altra puntata certamente sì. I giochi sono aperti, il Globalismo non ha ancora vinto.
Meglio così, ma rimane strano che l’apparato politico-massonico-finanziario, rimanga inerme a guardare le proprie strutture portanti, sgretolarsi sotto l’onda populista.
E’ probabile che il processo di globalizzazione, così come fu concepito, si stia ritorcendo contro gli stessi padri ideatori.
Un piccolo regresso dell’estremismo economico finanziario è auspicabile, poichè un sistema che cresce senza momenti di pausa è destinato a implodere, qualunque sia la sua natura.
Certamente non torneremo ai tempi in cui il lattaio ritirava i vuoti alla porta lasciandoci le bottiglie piene, ma un po’ di pace commerciale credo che potremmo permettercela. E’ un momento difficile per i colossi dell’economia. Trump che reclama la guerra dei dazi all’Oriente come all’UE, smantellando l’intera organizzazione USA e riproponendola ex novo, il Regno Unito che minaccia una seconda guerra fredda alla Russia e una UE che vede i principali Governi destabilizzati o rivoltati come un calzino, sono tutti segnali di cedimento, di debolezza del sistema.
E se il sistema cede, è possibile che possano riprendere fiato coloro che con lo stesso avevano perso la scommessa. Una rivincita? Forse no, ma un’altra puntata certamente sì. I giochi sono aperti, il Globalismo non ha ancora vinto.
Brett
Commenti
Posta un commento