Renzi non ha saputo fare il Nazareno.
Intorno
all’anno Zero, in Palestina spopolavano Santoni, Profeti e sedicenti Figli di
Dio. Gesù ebbe un concorrente particolarmente abile in quanto a “Miracoli”.
Pare che avesse poteri addirittura superiori, che compisse prodigi anche più
spettacolari rispetto a Gesù. Il suo nome era Simon Mago. Costui risultò poi
perdente nella sfida col suo rivale, poiché si avvicinò ai Patrizi, al ceto
alto della Roma Antica, voltando le spalle alla plebe. Cosa che invece fece
Gesù, puntando sul numero infinitamente più alto composto dal ceto povero e
oppresso, dimostrandosi molto più lungimirante, vincendo di fatto la sfida con
Simon Mago.
Accattivarsi le grazie dei ricchi non pagò, nemmeno a breve termine. Fu una manovra di marketing decisamente fallimentare, mentre risultò vincente la mossa di Gesù, che puntò sulla forza delle masse popolari.
Questa storia si ripete nel tempo, con cadenze più o meno regolari. Chiara l’attinenza ai fatti politici nostrani degli ultimi anni, che vede un Matteo Renzi e tutto il suo Partito schierarsi dalla parte dell’elite, di fatto autocondannandosi entrambi ad un probabile oblìo. Anche questa volta ha vinto chi ha impersonato Gesù, il difensore degli oppressi e delle masse popolari avvelenate da decenni di politiche avverse al welfare popolare.
Ma siamo proprio certi che il Boy Scout di Rignano fosse veramente tanto stupido e che lo fossero anche i suoi seguaci? Non l’ho mai ritenuto un mostro di intelligenza, ma la furbizia e la scaltrezza certo non mancano né al buon Matteo, né ai Renziani tutti.
Alla luce di quanto sta emergendo dal processo sulla P3, viene spontaneo chiedersi se magari non sia stato solo un errore di valutazione dei tempi, di sincronizzazione. Che il potere del sistema Massonico abbia tardato ad imporsi rispetto alla scadenza elettorale e che comunque vadano le cose, in un modo o nell’altro tale potere tornerà ad imporsi dall’alto della sua incommensurabile potenza.
Dal primo grado di giudizio del processo sulla P3, i giudici romani affermano che quest’ultima fu (o forse E’) un’Associazione dedita a condizionare il funzionamento degli organi costituzionali, nonché di apparati della pubblica amministrazione dello Stato e degli enti locali, con l’obiettivo di rafforzare sia la propria capacità di penetrazione negli apparati medesimi mediante il collocamento, in posizioni di rilievo, di persone a sé gradite, sia il proprio potere di influenza, sia la propria forza economico finanziaria. Grazie al vecchio giochino all’italiana, si incrocerebbero interessi enormi controllati dagli stessi beneficiari, tramite la politica e le posizioni di controllo istituzionali, affidati alla stessa cricca. I controllati che diventano nello stesso tempo controllori di se stessi. Facile intuire chi abbia interesse nel tessere tali oscure trame di potere. Per il momento Denis Verdini è riuscito a rendersi in parte estraneo ai fatti, riportando SOLO una condanna ad 1 anno e 3 mesi, oltre ad una multa di 600.000 €.
Coinvolti il solito Flavio Carboni, Arcangelo Marino, Nicola Cosentino, Vincenzo Carbone (ex Presidente della Cassazione) e Pasquale Lombardi, ex Giudice tributarista, condannato ad 8 anni, ma deceduto la scorsa settimana.
Sarà in parte anche per l’Affare CONSIP, per il quale appunto ieri sono stati riconvocati Babbo Renzi e Luca Lotti, ma è certo che Matteuccio ha la cacca nelle braghe, alla pari e forse più del pluri-pregiudicato di Arcore, suo padrino.
L’avversità nello scollarsi dalla poltrona, non è dovuto solo all’esigenza di interpretare il ruolo di prima donna da parte del rignanese, che pure risulta fondamentale per un egocentrico narcisista come lui, forse nemmeno tanto per l’affare dell’appartamento su Ponte Vecchio. C’è altro, risale ai tempi del patto del Nazareno e se l’ultimo colpo di coda di Renzi è stato il cercare di appropriarsi dei Servizi, è perché i due compari rischiano troppo adesso. Il Cav è uno che teme la legalità come un vampiro un paletto di legno e i grillini come l’aglio. Un soggetto definito dalla stessa Magistratura un “Delinquente naturale”, uno che ha costruito il suo impero a braccetto con la Mafia, che in un primo momento voleva estorcergli soldi, ma che per sua naturale inclinazione e per lucidità imprenditoriale, ne divenne complice, forse perché quando non si sa come combattere il nemico, bisogna farselo amico, o forse per giocarci come il gatto col topo e nel frattempo ripulire i proventi mafiosi tramite le sue aziende, iniettando risorse fresche. I due forse pensavano che anche stavolta, come sempre del resto, la folla avrebbe scelto Barabba. Invece la folla odierna, forse perché se possibile più incazzata e provata perfino nei confronti dei sottoposti agli antichi Romani, ha scelto Gesù. Quel Gesù che Matteo Renzi non ha saputo interpretare, cadendo nello stesso errore di Simon Mago, voltando le spalle ai Plebei per prendersi quanto di buono offriva il banchetto ricco. Quel banchetto che è durato poco e le quali portate sono risultate particolarmente indigeste sia al Bimbo Minghia che al delinquente seriale.
Perché se è vero che il sistema è molto più forte di un partito di oppositori, è anche vero che dietro al M5S c’è una massa di gente che più incazzata non si può, pronta ad esplodere al minimo cenno di ritrattazione del programma penta stellato.
La quota italica del sistema vacilla, anche perché nella coalizione di centro destra, il Berlusca si ritrova a dover fare i conti con l’altro Matteo, quel Salvini che ha raccolto 5 punti percentuali in più rispetto al vecchio Cav, che pertanto deve sottostare e nello stesso tempo evitare d tornare a nuove votazioni, per non sparire del tutto dalla scena politica.
La situazione è ingarbugliata e vede a confronto forze contrapposte e/o solo in parte compatibili. Ma il terrore pressoché di tutti sono i Grillini. Anche se limitati dalle perverse trame del Rosatellum, la bandiera della legalità che sventola ormai su Palazzo Chigi, è una minaccia di instabilità, qualcosa che potrebbe vedere tutti i vecchi Partiti crollare uno ad uno, come i birilli al Bowling. Ognuno con i propri scheletri nell’armadio, ognuno con i suoi peccati più o meno insabbiati, già li vedo con un rosario in mano, rivolgere preghiere e orazioni alla Regina Coeli, a San Vittore, San Gimignano, San Quintino e tutti gli altri santi intercettori. Uno su tutti: San Nicolò, patrono dei banchieri, ebrei e dei ladri.
Accattivarsi le grazie dei ricchi non pagò, nemmeno a breve termine. Fu una manovra di marketing decisamente fallimentare, mentre risultò vincente la mossa di Gesù, che puntò sulla forza delle masse popolari.
Questa storia si ripete nel tempo, con cadenze più o meno regolari. Chiara l’attinenza ai fatti politici nostrani degli ultimi anni, che vede un Matteo Renzi e tutto il suo Partito schierarsi dalla parte dell’elite, di fatto autocondannandosi entrambi ad un probabile oblìo. Anche questa volta ha vinto chi ha impersonato Gesù, il difensore degli oppressi e delle masse popolari avvelenate da decenni di politiche avverse al welfare popolare.
Ma siamo proprio certi che il Boy Scout di Rignano fosse veramente tanto stupido e che lo fossero anche i suoi seguaci? Non l’ho mai ritenuto un mostro di intelligenza, ma la furbizia e la scaltrezza certo non mancano né al buon Matteo, né ai Renziani tutti.
Alla luce di quanto sta emergendo dal processo sulla P3, viene spontaneo chiedersi se magari non sia stato solo un errore di valutazione dei tempi, di sincronizzazione. Che il potere del sistema Massonico abbia tardato ad imporsi rispetto alla scadenza elettorale e che comunque vadano le cose, in un modo o nell’altro tale potere tornerà ad imporsi dall’alto della sua incommensurabile potenza.
Dal primo grado di giudizio del processo sulla P3, i giudici romani affermano che quest’ultima fu (o forse E’) un’Associazione dedita a condizionare il funzionamento degli organi costituzionali, nonché di apparati della pubblica amministrazione dello Stato e degli enti locali, con l’obiettivo di rafforzare sia la propria capacità di penetrazione negli apparati medesimi mediante il collocamento, in posizioni di rilievo, di persone a sé gradite, sia il proprio potere di influenza, sia la propria forza economico finanziaria. Grazie al vecchio giochino all’italiana, si incrocerebbero interessi enormi controllati dagli stessi beneficiari, tramite la politica e le posizioni di controllo istituzionali, affidati alla stessa cricca. I controllati che diventano nello stesso tempo controllori di se stessi. Facile intuire chi abbia interesse nel tessere tali oscure trame di potere. Per il momento Denis Verdini è riuscito a rendersi in parte estraneo ai fatti, riportando SOLO una condanna ad 1 anno e 3 mesi, oltre ad una multa di 600.000 €.
Coinvolti il solito Flavio Carboni, Arcangelo Marino, Nicola Cosentino, Vincenzo Carbone (ex Presidente della Cassazione) e Pasquale Lombardi, ex Giudice tributarista, condannato ad 8 anni, ma deceduto la scorsa settimana.
Sarà in parte anche per l’Affare CONSIP, per il quale appunto ieri sono stati riconvocati Babbo Renzi e Luca Lotti, ma è certo che Matteuccio ha la cacca nelle braghe, alla pari e forse più del pluri-pregiudicato di Arcore, suo padrino.
L’avversità nello scollarsi dalla poltrona, non è dovuto solo all’esigenza di interpretare il ruolo di prima donna da parte del rignanese, che pure risulta fondamentale per un egocentrico narcisista come lui, forse nemmeno tanto per l’affare dell’appartamento su Ponte Vecchio. C’è altro, risale ai tempi del patto del Nazareno e se l’ultimo colpo di coda di Renzi è stato il cercare di appropriarsi dei Servizi, è perché i due compari rischiano troppo adesso. Il Cav è uno che teme la legalità come un vampiro un paletto di legno e i grillini come l’aglio. Un soggetto definito dalla stessa Magistratura un “Delinquente naturale”, uno che ha costruito il suo impero a braccetto con la Mafia, che in un primo momento voleva estorcergli soldi, ma che per sua naturale inclinazione e per lucidità imprenditoriale, ne divenne complice, forse perché quando non si sa come combattere il nemico, bisogna farselo amico, o forse per giocarci come il gatto col topo e nel frattempo ripulire i proventi mafiosi tramite le sue aziende, iniettando risorse fresche. I due forse pensavano che anche stavolta, come sempre del resto, la folla avrebbe scelto Barabba. Invece la folla odierna, forse perché se possibile più incazzata e provata perfino nei confronti dei sottoposti agli antichi Romani, ha scelto Gesù. Quel Gesù che Matteo Renzi non ha saputo interpretare, cadendo nello stesso errore di Simon Mago, voltando le spalle ai Plebei per prendersi quanto di buono offriva il banchetto ricco. Quel banchetto che è durato poco e le quali portate sono risultate particolarmente indigeste sia al Bimbo Minghia che al delinquente seriale.
Perché se è vero che il sistema è molto più forte di un partito di oppositori, è anche vero che dietro al M5S c’è una massa di gente che più incazzata non si può, pronta ad esplodere al minimo cenno di ritrattazione del programma penta stellato.
La quota italica del sistema vacilla, anche perché nella coalizione di centro destra, il Berlusca si ritrova a dover fare i conti con l’altro Matteo, quel Salvini che ha raccolto 5 punti percentuali in più rispetto al vecchio Cav, che pertanto deve sottostare e nello stesso tempo evitare d tornare a nuove votazioni, per non sparire del tutto dalla scena politica.
La situazione è ingarbugliata e vede a confronto forze contrapposte e/o solo in parte compatibili. Ma il terrore pressoché di tutti sono i Grillini. Anche se limitati dalle perverse trame del Rosatellum, la bandiera della legalità che sventola ormai su Palazzo Chigi, è una minaccia di instabilità, qualcosa che potrebbe vedere tutti i vecchi Partiti crollare uno ad uno, come i birilli al Bowling. Ognuno con i propri scheletri nell’armadio, ognuno con i suoi peccati più o meno insabbiati, già li vedo con un rosario in mano, rivolgere preghiere e orazioni alla Regina Coeli, a San Vittore, San Gimignano, San Quintino e tutti gli altri santi intercettori. Uno su tutti: San Nicolò, patrono dei banchieri, ebrei e dei ladri.
Brett
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