Meglio un Giorno di Digiuno che una Vita da Fame. La diarrea a 5 Stelle.
Insopportabile, asfissiante, nauseante. La presenza invasiva più che invadente e continua da parte della politica è insostenibile. Tutto il giorno a far teatrino in tv spendendo personaggi farseschi, con il solo scopo di pilotare le coscienze, di fornire il giusto imprinting principalmente in previsione del voto di primavera. Quel poco che potrà influire il voto popolare, già neutralizzato con la legge ad oc Rosatellum, deve ulteriormente protendere verso una soluzione Gattopardesca che dovrà fare comodo a tutti gli inquilini di Montecitorio, ormai ospiti in pianta stabile.
Il Rosatellum è l’arma di contrasto verso il M5S, quelli che sprezzantemente vengono additati di “Populismo”. Non si capisce ancora bene cosa possa indicare tale aggettivo, forse nell’immaginario indica qualunquismo, semplicismo, empirismo, dilettantismo. E’ probabile, anzi certo che il Movimento soffra di incompetenze anche gravi, i militanti sono tutti novizi ma forse la loro forza è proprio questa. Meglio un incompetente che cerca di fare qualcosa nell’interesse collettivo che un campione di chiacchiere che intende sfruttare la posizione per fini tutt’altro che popolari, giocando sulla dialettica e sulla semplicità (ed è un eufemismo) del popolo. Un popolo quello italiano che soffre di continue e gravi amnesie, un popolo che dimentica presto e al quale basta ascoltare per due volte di fila una bugia per renderla reale facendola sua, purchè sia breve, concisa, possibilmente non scritta perché leggere è una fatica, ma soprattutto facile da capire. Le prossime elezioni sono tese a cambiare tutto affinchè nulla cambi, una volta di più perché ce lo chiedono i mercati e l’UE. La signora Merkel ha già provveduto alla toppa con la Destra nostrana e anche Berlusconi sta riflettendo che poi tanto “Culona” la cara Angela non deve essere. Meglio lei che le patrie galere.
Non abbiamo ancora fatto in tempo a dimenticare Giachetti che rischiava la vita per protestare tramite lo sciopero della fame, contro le ingiustizie del Porcellum, che il PD propone e inizia oggi con il filiforme Del Rio un altro sciopero della fame, questa volta per rivendicare lo Ius Soli, inventandosi quali alleati l’intero corpo dei docenti. Peccato che questi non sappiano di esserlo e soprattutto quanta sensibilità verso i deportati, poveri e bisognosi migranti di necessità. Ma è sempre di stamani la notizia che per accordare anche a loro il diritto di voto non è più necessaria la cittadinanza ma sarebbe sufficiente un soggiorno di cinque anni. Già li vedo in fila ad aspettare la navetta del PD che li trasporta alle urne con tanto di mancetta, scene già vissute alle primarie del PD.
Perché è ormai una certezza che i veri problemi del paese sono questi, dare la cittadinanza ai lavoratori dalle pretese minime, ivi compreso i nigeriani infiltrati che raggiungono le loro gang nelle principali città europee, i diritti delle coppie gay, l’obbligatorietà dei vaccini, la difesa personale in pigiama e i confronti animati sull’aggettivo “Petaloso o Ministra”.
Laura delle lacrime si è già ritagliato il suo esiguo spazio tra i primatisti del nullismo, così come il buon Alfano, rappresentante del niente ma Ministro degli Esteri. Magari sarà l’unico Ministro degli Esteri che non conosce nemmeno uno straccio di inglese, che espelle un Diplomatico coreano che è morto lo scorso anno a sua insaputa, ma rimane pur sempre il Ministro degli Esteri Italiano. Non sto parlando di Alessandro Alfano, quello a cui bastò inserire un curriculum (di tutto rispetto) su Linkedin per diventare funzionario delle Poste il giorno dopo, ma di suo fratello, il più famoso (o famigerato) Angelino, il delfino ribelle del Cav. E che dire di Verdini e dei suoi compagni di merenda di ALA, un Partito nato con il semplice spirito del “Tappabuchi”, quelli che siedono in Parlamento con il loro carrettino di 0,3% sempre in vendita alla bisogna ? E del buon Matteo Salvini, figlio di una Padania spietata antisud ma dal verde sempre più spento, sacrificato sull’altare dei votanti ? Quel Salvini che alla pari del più ostinato dei surfisti, è sempre pronto a cavalcare l’onda del momento, anche la più pericolosa riuscendo sempre a tenere ben nascosto il salvagente ? Senza contare il purtroppo eterno, sempre verde Casini, genero di Caltagirone, anch'egli con uno 0,...di consensi, sempre pronto a dare una mano agli amici in difficoltà, questa volta ha dovuto accettare di presiedere la commissione sulle Banche. Sui big stendiamo un velo pietoso, altrimenti ci tocca rivangare i Bunga Bunga, i mille reati prescritti o solo parzialmente saldati contro il Paese che ha governato, da parte di un ultraottantenne che, malgrado l'interdizione dai pubblici uffici, continua ad autodefinirsi salvatore della Patria (non esageriamo adesso, l'Italia non è proprio tutta sua, lo è solo in buona parte). O magari i vari lobbisti, salottieri e castaioli delle provincie rosse, travestiti da Che Guevara, con pugno alzato e mani in pasta, specialmente in fatto di banche.
Non saprei dove guardare per vomitare il meno possibile, gli attori sono questi. Impossibile inquadrare il ruolo della Magistratura, il suo contrappeso che nella vecchia Repubblica determinò gli equilibri sostanziali a supporto di quanto meno bilanciate forme di Governo. In tempi dove la sinistra non è più tale, concorrendo con la destra alle indecenti azioni contro i più deboli, quando tutto si è uniformato ai soli interessi di caste che hanno nel profitto il loro unico scopo, c’è da chiedersi se esiste ancora una Corte Costituzionale o almeno un Presidente della Repubblica.
Laura delle lacrime si è già ritagliato il suo esiguo spazio tra i primatisti del nullismo, così come il buon Alfano, rappresentante del niente ma Ministro degli Esteri. Magari sarà l’unico Ministro degli Esteri che non conosce nemmeno uno straccio di inglese, che espelle un Diplomatico coreano che è morto lo scorso anno a sua insaputa, ma rimane pur sempre il Ministro degli Esteri Italiano. Non sto parlando di Alessandro Alfano, quello a cui bastò inserire un curriculum (di tutto rispetto) su Linkedin per diventare funzionario delle Poste il giorno dopo, ma di suo fratello, il più famoso (o famigerato) Angelino, il delfino ribelle del Cav. E che dire di Verdini e dei suoi compagni di merenda di ALA, un Partito nato con il semplice spirito del “Tappabuchi”, quelli che siedono in Parlamento con il loro carrettino di 0,3% sempre in vendita alla bisogna ? E del buon Matteo Salvini, figlio di una Padania spietata antisud ma dal verde sempre più spento, sacrificato sull’altare dei votanti ? Quel Salvini che alla pari del più ostinato dei surfisti, è sempre pronto a cavalcare l’onda del momento, anche la più pericolosa riuscendo sempre a tenere ben nascosto il salvagente ? Senza contare il purtroppo eterno, sempre verde Casini, genero di Caltagirone, anch'egli con uno 0,...di consensi, sempre pronto a dare una mano agli amici in difficoltà, questa volta ha dovuto accettare di presiedere la commissione sulle Banche. Sui big stendiamo un velo pietoso, altrimenti ci tocca rivangare i Bunga Bunga, i mille reati prescritti o solo parzialmente saldati contro il Paese che ha governato, da parte di un ultraottantenne che, malgrado l'interdizione dai pubblici uffici, continua ad autodefinirsi salvatore della Patria (non esageriamo adesso, l'Italia non è proprio tutta sua, lo è solo in buona parte). O magari i vari lobbisti, salottieri e castaioli delle provincie rosse, travestiti da Che Guevara, con pugno alzato e mani in pasta, specialmente in fatto di banche.
Non saprei dove guardare per vomitare il meno possibile, gli attori sono questi. Impossibile inquadrare il ruolo della Magistratura, il suo contrappeso che nella vecchia Repubblica determinò gli equilibri sostanziali a supporto di quanto meno bilanciate forme di Governo. In tempi dove la sinistra non è più tale, concorrendo con la destra alle indecenti azioni contro i più deboli, quando tutto si è uniformato ai soli interessi di caste che hanno nel profitto il loro unico scopo, c’è da chiedersi se esiste ancora una Corte Costituzionale o almeno un Presidente della Repubblica.
Alla luce di un tale grottesco quadro generale, i Populisti ben si collocano nelle crepe della disintegrazione della struttura del Paese. Quelli additati come qualunquisti, approssimativi, ipoacculturati, rispondono quanto meno alle esigenze popolari, quelle esigenze che la classe dirigente nemmeno riesce a cogliere, tanto è enorme il divario tra questi e la realtà quotidiana. Se i populisti, cioè i più diretti rappresentanti del popolo sono un fastidio, il nemico da combattere, per transizione il nemico del governo attuale e quello in progetto, è rappresentato dal popolo stesso. E’ una semplice equazione: Il Governo sta al Popolo come l’acqua sta al fuoco.
Quel popolo che andrà alle urne con l’illusione di cambiare un’andazzo non più sostenibile, che sarà vilipeso ancora una volta grazie alle furbate incostituzionali quanto impunite, ideate dagli inquilini stabili di Montecitorio, rimane comunque lo stesso artefice che sta procurando tante diarree in previsione dell’esito elettorale. Perché se è vero che se votare servisse a qualcosa non ce lo lascerebbero fare, è anche scontato che la volontà popolare prima o poi romperà gli argini del Movimento Populista, con i relativi danni imprevedibili e certamente disastrosi di un’alluvione.
Lor signori, proprio per avere ormai perso del tutto il contatto con la realtà, non sanno che il Popolo non è mai stato così forte dal dopoguerra a oggi. Il Popolo Italiano oggi ha in sé una potenza incalcolabile quanto universalmente riconosciuta, la potenza di chi non ha nulla più da perdere.
Brett
Brett
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