Quel Referendum Dimenticato


4 Dicembre 2016, con il 60% contro il 40, il popolo esprimeva un sonoro NO alla proposta di modifiche arbitrarie alla Costituzione italiana. Di fatto il Referendum mirava all’ulteriore perdita di sovranità da parte dello Stato, operazione già in essere tramite le cosiddette “Riforme”, ma dal post voto ad oggi nessuno sembra avergli attribuito il giusto peso, il reale significato. Coloro che lo avevano scritto sotto dettatura si sono più o meno dichiarati perdenti, Renzi ha rimescolato le carte e lasciato la poltrona al suo clone, dando una vaga impressione di coerenza, in realtà si è dedicato ad epurare il suo Partito appropriandosi di quello che resta, onde riproporsi alla prossima. La Boschi non ha fatto nemmeno quello, ma il punto vero è un altro. La cessione di sovranità che l’Italia dovrebbe offrire all’altare dell’Europa Unita è stata bocciata dagli italiani, anche se sempre secondo la Costituzione, questi non dovrebbero avere voce in capitolo in merito ad affari internazionali. Comincio a pensare che la personalizzazione del voto referendario non fosse la solita pallonata del cazzaro di Rignano ma un’operazione scientemente architettata per girare la frittata in caso (concretizzatosi) di sconfitta, un modo per risolverla a tarallucci e vino. E’ tutto così contorto, così contraddittorio, ma rimane una questione seria e per certi versi irrisolvibile. Dal momento che ci piaccia o no, il processo di unificazione dell’Europa (reale o di facciata alla plutocrazia mondiale) è già in essere, che abbiamo rinunciato alla nostra moneta adottandone una europea secondo un processo irreversibile, come si potrebbe invertire l’inerzia di uno sviluppo già in parte inoltrato, anche se certamente insostenibile? L’esigenza della finanza speculativa internazionale di avere un unico interlocutore, è una priorità assoluta nei confronti della semplice volontà di un Popolo. Lo slogan americano nato in seguito alla deregulation resasi necessaria durante la crisi del ’29 era ed è tuttora “Quanto vali? Dillo con i soldi”. Abbiamo avuto ampia dimostrazione che i Neoliberisti internazionali possiedono fondi di una portata tale da potersi permettere tutti i Governi Europei e non solo, oltre alle più pure coscienze politiche, ivi incluso un Pontefice. Questo osceno disegno ha origini lontane e giusto 20 anni fa, quando entravamo in UE quasi in seguito ad una gentile concessione, in quanto essendo gli ultimi della classe, quasi quasi non lo meritavamo, cominciava la grande sodomizzazione del Popolo italiano. Ci fecero sembrare l’UE una specie di Paradiso, dove finalmente quei delinquenti che all’epoca erano al Governo sarebbero stati rimpiazzati da omologhi più seri, onesti, precisi, più…europei. Che la schifosa Liretta da mandare in cantina non avrebbe destato il minimo rimpianto in noi, se non per una questione nostalgica. Sembra ancora di sentirlo Prodi che ci diceva che avremmo lavorato un giorno in meno e guadagnato come se avessimo lavorato un giorno in più. Eravamo felici e ci sembrava di venire tratti in salvo da un’ Europa che poi si è rivelata il peggiore dei carnefici. Era proprio in quegli anni che venivano firmati i vari accordi internazionali, tenendo all’oscuro (per costituzione) un popolo ignaro della reale portata del bidone europeo. Accordi che ci condannano, che forse è possibile in parte rivedere, ma certo non cancellare come sarebbe opportuno. L’Europa Unita ci sta stretta, nessuno la vuole e tutti la subiscono. Tutte le porcherie che stanno approvando in Parlamento sono schifezze che fanno a pugni non solo con un Governo di stampo Keynesiano, ma con la Costituzione stessa. Tutti provvedimenti anticostituzionali, ma nessuno dei tanti asserviti sembra accorgersene. Ogni tanto qualcosa viene messa in discussione, ma poi va avanti come se niente fosse successo. E’ un processo irreversibile e traumatico che deve continuare, nonostante le resistenze di qualche paladino che invoca la Costituzione. Non saremo mai più un popolo libero, forse non lo siamo mai stati ma un’egemonia tanto forte e mondializzata non l’avremmo mai immaginata, nemmeno nel peggiore degli incubi. A questo punto del percorso non abbiamo riferimenti, tutto può essere dichiarato giusto o costituzionale come pure il contrario. Ogni provvedimento è arbitrario secondo costituzione ma accettato comunque in nome della futura identità del Paese. Dal Golpe Napolitano del 2013 ogni operazione è consentita, referendum o no. Del resto “questioni tanto importanti non dovrebbero riguardare il popolo” recitava Re Giorgio. In un Paese come l’Italia anche i Referendum sono solo un dato statistico. Ne abbiamo anche un altro in sospeso, quello sull’acqua pubblica datato 2011 e mai rispettato. È stato relativamente facile individuare l’inganno, ma non è stato ancora possibile scoprire la verità.


Brett




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