I Tarocchi di Maurizio Costanzo


Ogni volta che in TV c’è Vittorio Sgarbi, personaggio che più che altro subisco, le sue urla, il suo atteggiamento patetico da Mr sotuttoio, quell’atteggiamento da onnisciente palesemente venduto al servizio del padrone, espressioni che offuscano di gran lunga la sua probabile cultura nell' ambito dell’arte contemporanea, non posso fare a meno di risalire alle origini del male. Risalendo nel tempo si arriva al 14 Settembre del 1982, quando tra le innovazioni di Canale 5, appariva un personaggio grassoccio e bassotto, con occhialini da presbite e baffetti alla meridionale, oltre ad  un’ ostentato accento romanesco: Maurizio Costanzo. Un nome che in pochi ricordavano in qualità di radiocronista e di giornalista, ma al quale il legame con Berlusconi consegnò la chance della vita, quella di inaugurare in Italia la stagione tuttora in corso, dei Reality Show. Gli italiani gradirono quel salotto serale del Martedì, ricco di ospiti che raramente la RAI aveva presentato al pubblico in maniera così individuale. Colpivano i dialoghi, le opinioni, le storie di vita vissuta e professionali, il lato sorprendentemente umano di personaggi famosi, che prima di allora avevamo apprezzato solo in veste ufficiale. I primi ospiti furono Paolo Villaggio, Paola Borboni ed Eva Robins, ma presto seguirono a ruota libera più o meno tutti i famosi legati allo spettacolo, allo sport e alla politica. In contemporanea imparammo anche che l’acronimo VIP vuol dire Very Important Person. Il “Maurizio Costanzo Show” allargò in seguito il suo reclutamento a personaggi talentuosi ma sconosciuti, oltre a proporsi quale  Sponsor particolare del “Grande Fratello”. Le sue 4.391 puntate in 27 anni, richiesero l’avvento di volti nuovi e dalle più disparate caratteristiche. Costanzo divenne presto un Talent Scout, sdoganando personaggi come Mughini, Platinette, Luttazzi, Sgarbi, Iacchetti, Corona, Belen, oltre alla ex First Lady Marta Flavi e l’attuale Maria De Filippi. Tutti a loro volta divennero i Capitani di altri programmi inediti o entrarono a vario titolo (ma spesso senza titoli) nell’industria dello spettacolo. Essere ospitati significava fare il botto, cambiare la propria vita, divenire una star. Maurizio Costanzo si ricoprì di un’aurea di giustezza morale e di intoccabilità spirituale ospitando personaggi come Falcone e intraprendendo una lotta mediatica contro la mafia. Un modo inedito per orientare il Mainstream, un metodo al quale non eravamo abituati e che ci sembrò autentico e scevro da ogni orientamento di pensiero. Ogni “Consiglio” di Costanzo era un diktat psichico. Nacque la figura dell’Opinionista, una specie di saggio che dall’alto della sua cultura, esperienza e professionalità, elargiva le proprie idee in merito ai più disparati argomenti. Peccato che a vendere il proprio pensiero ci fossero soprattutto  improbabili personaggi privi di ogni preparazione, inaffidabili ed inattendibili ad un’attenta valutazione, ma sufficienti ed efficaci nella propaganda occulta di pensiero, tipico della demenziale logica della videocrazia.
A tutto questo va il mio pensiero quando vedo e rivedo grilli parlanti che urlano un pensiero quanto mai improbabile, etero indotto e market oriented. Mi torna in mente Massimo Troisi quando nel film “Non ci resta che piangere” correva a ritroso nel tempo per fermare Cristoforo Colombo il quale, non scoprendo l’America, non avrebbe permesso a quello stronzo di Frank l’Americano di sposare la sorella. Se non ci fosse stato Maurizio Costanzo oggi forse avremmo un palcoscenico meno nutrito ma certamente più qualificato. Dal momento che la crescita dello spam è esponenziale, molti dei personaggi improvvisati per lo show del Martedì, che hanno poi avuto un proprio spazio nel baraccone,  si sono tirati dietro altri protagonisti e proprio come i sorci e gli scarafaggi, il cattivo gusto ha dilagato fino al punto di assistere oggi a cuochi che ci arricchiscono della propria cultura socio politica, calciatori che ci spiegano il veganesimo e pornostar che divulgano il Dolce Stil Novo. Per l’industria dello spettacolo tutto fa brodo ma alla lunga, il brodo ribollito è diventato troppo pesante.

Brett Sinclair

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