Pensioni ai Parlamentari. Emilia Clementi contro L'esercito dei 1000 €


E’ da ieri che non si parla d’altro se non della pensione da mille euro maturata finalmente dai Parlamentari. Francamente trovo il fatto in sé eccessivo, se non visualizzato in un contesto di per sé penoso. Gli esiliati dalla legge Fornero, il delitto di stato indorato con l’esotico quanto prestigioso titolo di “Job’s Act” e i continui slittamenti verso l’alto dell’età minima pensionabile, che ha raggiunto un livello di anzianità in base al quale saranno veramente in pochi a beneficiarne e chi sarà tra i fortunati, non ne godrà per molto, hanno esasperato gli animi e distrutto il welfare che in Italia non era certo tra i più alti al Mondo. Mentre ai privilegiati Politici, sono bastati quattro anni per maturare una pensioncina di 1000 € che un qualunque lavoratore raggiunge solo dopo 30 anni di contributi. Inoltre c’è da dire che l’Italia è forse l’unico Paese dell’Eurozona dove chi non riesce a raggiungere il minimo pensionabile, non ha diritto al rimborso dei contributi versati, ritenuti insufficienti. Chi in Italia paga contributi pensionistici per meno di venti anni, mancasse anche solo un mese, perde tutto il monte versato.
Da ieri spopola su Facebook il video di Emilia Clementi, un’imprenditrice siciliana che da sola si è recata a Piazza Montecitorio, munita di un microfono, ad urlare con tutta la propria rabbia il disappunto verso lo squilibrio sociale che regna ormai incontrastato, tra normali cittadini e componenti della casta. Una donna disperata che sul filo dei nervi, ha denunciato con tutta la voce che aveva due fatti sostanziali. In primis (mi sono vergognato di non esserle stato accanto in quel momento) il fatto di vedere una donna “Sola” ad esprimere un sacrosanto disappunto. Un’imprenditrice che, in seguito alle misure restrittive governative e il calo dei consumi, aveva appena dichiarato il proprio fallimento professionale, che con la sua unica partecipazione e tutta la debolezza che ne deriva, gridava alla Piazza denunciando tutta l’esasperazione di un individuo stanco di ascoltare i soli ruggiti dei leoni da tastiera, utili idioti che fanno molto comodo al Governo, che mai potranno costituire una minaccia ma ugualmente calmierati dalle Boldriniane minacce, per quanto ridicole. Una voce che implorava nel contempo la complicità, la partecipazione di tutti noi, che alla pari sua siamo le vittime sacrificali di un sistema perfetto per la casta ma che costituisce il nostro inferno, il nostro incubo peggiore. Denunciava tutti noi quella voce, tutti noi che abbiamo rinunciato a lottare e che invece di invocare i nostri diritti, continuiamo a rimanere col capo chino di fronte a tanta arroganza e cinismo.
L’altro fatto che colpisce è che nella storia repubblicana, non si era mai scesi così in basso. Mai nessuno si sarebbe sognato di contestare i diritti pensionistici ad un Togliatti o a un Gramsci, ma nemmeno ad un Craxi o ad un Andreotti. Nessuno si sarebbe mai sognato di contestare un Politico perché non laureato, ma certo non si può paragonare una Lorenzin, una Fedeli o un Poletti a Berlinguer che interruppe gli studi per dedicarsi alla Politica, come qualche giovane speranza dell’Italia di oggi, che strumentalmente viene affiancato ad altri che sulla propria ignoranza non si sono nemmeno mai interrogati.
Quando i Politici erano tali, quando svolgevano il proprio lavoro con perizia e una facciata di dignità, a quelli che seppero traghettare il paese verso il futuro in momenti topici della storia, nessuno mai si è interrogato in merito agli stipendi o alle pensioni loro spettanti. E’ verissimo che ugualmente usufruivano di finanziamenti illeciti, mazzette e altri privilegi, ma offrivano un servizio in cambio, servivano il Paese, seppure salvaguardando gli interessi degli amici, i propri e quelli del Partito. Andreotti disse che il vero Politico ladro è un Politico incompetente. Purtroppo i Politici veri sono una razza estinta, volutamente fatta scomparire perché di intralcio al super capitalismo che si apprestava a soppiantarli. Questi insignificanti scalda banchi che ci ritroviamo oggi nelle aule del transatlantico, i discepoli dell’alta Politica sdoganata da Berlusconi e perpetuata dagli esponenti del Carroccio o dall’accozzaglia di esodati riuniti sotto la bandiera che senza alcun titolo richiama la gloriosa Sinistra, non possiamo certo paragonarli a coloro che sederono nelle stesse aule decenni prima. Completamente incapaci e impreparati, un’orda di peracottari ha invaso il Parlamento con il placet degli esponenti “non esposti” del potere finanziario ed economico che di fatto ha soppiantato la Politica. L’ ignoranza e la pochezza della classe dirigente è la forza della Plutocrazia. Il che equivale a dire che più i politici sono ignoranti e incompetenti, più sono graditi al Potere.
Allora si spiega così lo sfogo di Emilia Clementi che in fondo incarna il sentimento di tutti noi, anche se a differenza sua non abbiamo il coraggio o la voglia di agire. Se un individuo sceglie di fare il “Politico” con l’idea che è un mestiere come un altro, uno sbocco professionale che in più gli garantisce uno stipendio di tutto rispetto e una serie di benefit, senza nemmeno interrogarsi sulla propria idoneità ad un ruolo per il quale puntualmente non è preparato né incline, allora la considerazione di Emilia Clementi, come quella di ogni cittadino italiano è più che giustificata. Il rispetto istituzionale non è applicabile agli usurpatori, perché in fondo questo sono. Punibili in serie per il reato di falso ideologico e abuso di professione. Come direbbero a Napoli “è gghiuta à carta è musica mmano è cecate”, cioè lo spartito musicale è finito nelle mani dei ciechi. Se sfrutti il Parlamento a tuo uso e consumo senza concedere in cambio un servizio al Paese, un servizio che anche volendo non potresti offrire perché ne sei totalmente incapace, io cittadino posso prenderti a calci nel culo. Ma sei protetto dalle forze dell’ordine, dunque intoccabile come in una Dittatura qualunque. Ciò non mi toglie quanto meno il diritto di mettere da parte i timori riverenziali (quelli sono dovuti ai leader reali, ai Maestri) e prenderti a pesci in faccia.
Sento il dovere di chiedere scusa ad Emilia per non esserle stato vicino. Sento il dovere di diffondere la sua iniziativa, che spero tocchi finalmente le coscienze di tutti noi che ci limitiamo ad inveire, insultare, sbraitare ed abbaiare come tutti i cani che non sanno mordere. Spero che tocchi lo spirito nazionalista che vive perfino nei troll al quale, anche se svenduti al potere temporaneo e dal basso della loro meschinità, dovranno pur rendere conto. Spero che apporti un po’ di coerenza tra le bellicose minacce di qualche Generale in pensione o di qualche ex forcone e i fatti che ne conseguono.
Da parte mia posso soltanto dirle GRAZIE.

Commenti