Stupri d'Italia, ovvero l'Italia degli Stupri


Gli attuali 50enni o giù di lì ricorderanno i manifesti che tappezzavano i muri negli anni 70 e 80, quelli che invitavano i giovani sedicenni ad arruolarsi da “Volontari” nell’Esercito, nell’Arma dei Carabinieri, piuttosto che in Polizia, Marina  e Aviazione. Garantivano un futuro sicuro, non certo paghe appetibili ma uno stipendio puntuale e un’eventuale specializzazione da spendere per una buona occasione. Allora come oggi la disoccupazione, il male endemico italiano dilagava e in tanti sposarono l’idea della carriera militare quale alternativa ad un lungo periodo di frequentazione dell’Ufficio Collocamento o ad un futuro da garzone, confidando nell’aspetto bene o male decoroso, legato ad una divisa. La Campagna di Arruolamento di quegli anni ebbe un successo enorme, al punto che da lì a poco le domande di arruolamento vennero gestite dalla Politica, alla stessa stregua di un posto di lavoro da civile. 

Si sospetta che qualcosa di simile accada da tempi immemori per i Prelati, ma è un po’ più complicato.
Un mestiere come un altro dunque, quello del Carabiniere, una misura di ripiego alla disoccupazione. Perché di questo si trattò. Non credo che durante le sufficienti misure selettive, oltre che ad un fisico idoneo fosse contemplato il rigore morale tra i requisiti. In tempi di carestia tutto fa brodo.
Fu così che avvenne la transumanza, direttamente dalla campagna, dai porti di mezza Italia, finirono nelle Caserme e nelle Capitanerie rozzi giovanotti, tutti da educare. Non tutti propensi all’ordine, alla disciplina e al rigore morale che dovrebbero essere i principi fondamentali di un uomo in divisa, molto più che i requisiti fisici. In quegli anni non per caso, dilagavano le Barzellette sui Carabinieri.
Ma c’è un aspetto più inquietante, la presa di coscienza che costoro realizzarono quando si accorsero dell’effetto deterrente che una Divisa esercita nei confronti di un civile. Specialmente quando è un bel pistolone penzolante da un fianco a sottolinearne la differenza. Si accorsero che regole non scritte consentono ad un Carabiniere di parcheggiare dove gli altri non possono, di uscire da un ristorante senza pagare il conto, di abusare a tutti gli effetti della sacralità della divisa e che denunciare tali abusi era sconveniente perché un’eventuale denuncia era gestita dallo stesso Corpo Militare. Come direbbe Totò “Chi controlla i Controllori?”. 
A noi piace pensare che questi elementi siano una esigua minoranza, siamo molto legati specialmente alla figura del Carabiniere e questo sentimento a volte ci impedisce di trarre le opportune conclusioni anche in tempi attuali, quando la Regola del Sospetto è una misura di difesa vitale quanto istintiva.
Ci risvegliamo quando le cronache riportano fatti di sevizie in quel di Firenze, quando gli Spaccarotella pisciano fuori dal vaso, o quando qualcuno spara per paura come durante il G8 di Genova e risalendo negli anni, ai fatti della UnoBianca. I fatti denunciabili sarebbero molto più eclatanti e numerosi ma c’è sempre un’alone di opacità intorno alle misfatte dei gendarmi. E’ sempre stato così e lo sarà sempre. Mi ricordo che a Napoli i “Vietatissimi” botti di Capodanno erano venduti proprio da una cerchia di Finanzieri, gli stessi che smerciavano sigarette sequestrate a miserabili che non vedendosi verbalizzato il sequestro, si ritenevano fortunati pur sapendo che l’uomo in divisa lo stava semplicemente taglieggiando. Insomma quella che si profilava come una generazione di mediocri, spesso è andata oltre, accarezzando la tirannia protetta dai luoghi comuni e riparandosi sotto l’ombrello dell’Art. 341 Bis del Codice Penale, che prevede sanzioni per l’oltraggio ad un Pubblico Ufficiale.
Ma questi sono peccati veniali, piccolezze che non meritano le pubbliche attenzioni, nè quelle governative. Al Governo preme soltanto di poter contare su un esercito di mazzieri in divisa di Polizia che tenga a bada eventuali facinorosi, un'armata Brancaleone che simuli un reale contrasto ai migranti e soprattutto la fedeltà dei vari Corpi d’Armata. Subito dopo il Golpe Borghese, fallito (non si sa se reale o simulato) la notte tra il 7 e l’8 Dicembre del 1970, il Governo di allora decise che gli Alti Ufficiali fossero nominati direttamente dal Governo in carica. Come dire che i Generali devono essere “Cosa Nostra” e come tali gestiscono una buona fetta dei privilegi riservati alla casta, inclusa l’immunità (mai sottoscritta) in caso di sputtanamento accidentale. Gestiscono i Servizi Segreti probabilmente in autonomia, forse troppa a giudicare da quel poco che si è saputo in merito a Gladio negli anni 90 e quanto emerge dai rapporti odierni dell’Avv. Paolo Ferraro, radiato dall’Ordine e additato come pericolo pubblico, solo per aver denunciato fatti indicibili relativi a vizi, stravaganze e crimini atroci legati al mondo dei Servizi, coperti dalla dovuta riservatezza nei confronti dei servizi di Intelligence.
Ma ogni tanto questi equilibri tendono a sbilanciarsi ed è dovere di una delle parti sottolineare il rispetto di accordi mai scritti ma da osservare scrupolosamente.
Appunto lo squallido episodio di Firenze di ieri, lo stupro delle studentesse americane, avvenuto in perfetta sintonia con gli altrettanto disgustosi eventi analoghi ad opera di migranti, ha il sapore di un atto intimidatorio. La sincronia con un altro evento osceno che si sta compiendo, la proposta di bavaglio alle intercettazioni proposto dal Ministro Orlando, propone una riflessione da parte nostra, da parte di chi è costretto ad inseguire la verità leggendo tra le righe. Assodata l’inattendibilità dei media sempre e ovunque indottrinati, stanchi di subire notizie a raffica, che hanno tutta l’aria di Campagne Mediatiche piuttosto che di pura cronaca riportata, ci premuniamo di interpretare i fatti cercando di trarne una logica corrispondenza, di intravederne il filo conduttore, pur incorrendo nel rischio di lasciare troppo spazio alla fantasia.

Brett Sinclair

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