Limoni e Arance: Occhio alla Scorza.

La nonna vi ha rivelato la ricetta del limoncello? Una fetta di limone nel Tè o nell’acqua fredda in una giornata di afa estiva? Semplicemente una grattatina di limone o di arancia per aromatizzare la crema pasticciera? Preparatevi a dire Addio a tutto questo, a meno che non preferiate intossicarvi e predisporre il vostro organismo ad un cancro

Per fare queste operazioni in sicurezza senza avvelenarvi, non vi resta che comprare gli agrumi dal contadino e MAI utilizzare quelli belli lucidi che risplendono dai banchi del supermercato. Per conservare gli agrumi a lungo, esigenza primaria delle catene della distribuzione, gli agrumi subiscono un trattamento chimico e farmaceutico. Per evitare che la buccia ammuffisca vengono lavati, trattati con un disinfettante e poi con un potente fungicida. L’etichetta riporta chiaramente la scritta “Buccia non edibile” che nel linguaggio scientifico vuol dire commestibile. Dunque non si va al di la della spremuta o dal mangiarne la polpa, gli spicchi per intenderci.

Come tutte la parole del dizionario italiano, il termine “Edibile” differisce da “Commestibile” che è più generico. Edibile nella terminologia scientifica indica le parti notoriamente commestibili di un certo prodotto. Per esempio una banana è commestibile ma la parte edibile è solo la polpa, non certo la buccia. Lo stesso dicasi per un melone o una noce di cocco, ma quando ci troviamo di fronte a frutti che a secondo dei gusti, possono essere mangiati con e senza buccia come mele, pere, pesche, oppure gli agrumi, dove la buccia può essere utilizzata come alimento, le parti edibili e quelle commestibili dovrebbero coincidere (semi a parte ovviamente). Ma le esigenze della grande distribuzione non lo permettono. La merce, che spesso arriva da molto lontano per motivi commerciali di maggiore margine, deve presentarsi appetibile e certamente non ci si può permettere di scartare una percentuale notevole di agrumi che ammuffirebbero nell’arco temporale richiesto dalla distribuzione massiva.
In pratica, mentre limoni e arance nostrane, notoriamente i migliori al Mondo marciscono interrati perché ritenuti troppo cari, la logica del mercato impone l’importazione dal Nord Africa, Portogallo e dal Sud America di prodotti scadenti (i limoncini detti Lime) e per lo più a commestibilità limitata. Per assurdo sarebbe meno dannoso ingerire la muffa di un limone che per lo più è Penicillina, che la buccia lucidissima di un lime del supermercato. Prodotti che prezzati intorno ai 3 € al chilo sono ritenuti “a basso costo”, risultano pericolosi per il consumatore che per lo più è ignaro perché non legge l’etichetta o non ne capisce il significato, né intuisce che non deve mangiare la scorza. Ma che volete che siano queste piccolezze di fronte al profitto?
Dunque occhio alla buccia e buona spremuta a tutti, ma soprattutto “Evviva la Globalizzazione dei liberi scambi”.


Brett Sinclair

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