Il Lavoro Nobilita l'Uomo.
In tempi di
crisi, quando il lavoro è una chimera, i pochi fortunati che riescono a
rimanere nei circuiti funzionali, devono accettarne i compromessi. Impieghi sottopagati,
contratti a termine, tempo determinato e altre mille scappatoie che le aziende si
inventano approfittando della carenza di offerta lavorativa. .
Persone troppo giovani per la pensione ma troppo vecchie per essere appetibili alle aziende, oggi devono solo rassegnarsi alla disoccupazione senile. Un’esperienza che magari nemmeno da giovani hanno vissuto ma che oggi si impone grazie alle manovre truffaldine dei mercati, orientati al massacro dei diritti acquisiti.
I più giovani vengono addirittura derisi se non truffati data l’inesperienza, da personaggi senza scrupoli e da Servizi Privati di ricollocazione che fanno della mancanza di lavoro il loro business.
Allora qualcuno riscopre vecchi mestieri che a volte possono anche rappresentare un’occasione. Mestieri dimenticati durante gli anni del boom economico e anche oltre.
Ma tranne rare eccezioni, oggi guadagnare anche 1000 € al mese è un traguardo per pochi eletti.
Tra i mestieri che nessuno vuole fare vi è quello del “Detenuto”.
Già. Il carcerato, il prigioniero, il recluso. Ovviamente non è da tutti, l’idea non ci passa nemmeno per la testa, eppure oggi un detenuto ha diritto ad una paghetta di 180 € mensili. Ma non è difficile proponendosi, farsi affidare un lavoro all’interno dell’istituto di pena o presso una cooperativa esterna convenzionata con il Carcere. In tal caso la paga sale a quasi 1000 € al mese. Ovviamente ai detenuti, anche per coloro che decidono di non lavorare, vengono riconosciuti i versamenti pensionistici per tutta la durata della reclusione. Infatti ultimamente, quasi ad incentivare la detenzione, il Governo ha deliberato un aumento del salario pari all’83%. Premesso che il detenuto è già ospitato gratis godendo di vitto e alloggio, non potendosi permettere grossi svaghi dato lo stato di reclusione, si ritroverà quei soldini anche se pochi, al netto del netto, che più netto non si può.
Rimane il fatto che per accedere ad una tale struttura bisogna delinquere, ma bene. Non è facile farsi mettere in carcere in Italia. Le pene sono per lo più pecuniarie (l’unica cosa che lo Stato vuole è rimediare soldi in tutti i modi) bisogna essere recidivi, e per reati ritenuti non gravi magari sono previsti i semplici domiciliari. Rendersi recidivi, per chi vede nel carcere una speranza di impiego, è come inoltrare un curriculum più volte, con insistenza.
Inutile sottolineare il paradosso che vede gli stipendi delle guardie carcerarie, bloccati a 20 anni fa, così come gli stipendi di altri corpi di polizia e della maggior parte degli statali. I Carabinieri e la Polizia lamentano la mancanza di divise, un parco auto obsoleto e spesso non hanno nemmeno i soldi per il pieno all’auto di servizio.
Se si pensa che in America il lavoro del detenuto non viene affatto remunerato essendo considerato un privilegio, un hobby che nemmeno merita un delinquente, che in Germania la paga è di appena 87 C l’ora, salta all’occhio l’ennesimo paradosso italiano. Un Paese che reclama di non potersi permettere il minimo sostentamento ai disoccupati, che non riesce nemmeno a riconoscere la sacrosanta pensione in età ragionevole, che di fatto nega le cure mediche tassandole con ticket improponibili, che ha cancellato l’art. 18 e che non riesce ad incentivare le assunzioni, decreta quasi come se fosse una priorità, l’aumento dalla retribuzione ai detenuti non di qualche punto percentuale, ma dell83%. Dal mese prossimo ogni detenuto “occupato” percepirà circa 7 € netti l’ora, oltre a costare 160 € al giorno alla collettività in spese di hotelleria e guardiania.
Un Governo che da decenni sembra voltare lo sguardo altrove, che non vuole o non sa riconoscere le vere esigenze del Paese, che già abbiamo visto legiferare su argomenti secondari rispetto alla carenza di lavoro e misure di contrasto alla povertà, come le adozioni e i matrimoni Gay, decreti salva banche, Buona (pessima) Scuola, vaccini obbligatori oltre ai miliardi impegnati nell’accoglienza dei migranti, ci stupisce con l’ultima sua chicca, il quasi raddoppio degli stipendi ai detenuti. Pensate sia una cattiva idea per un anziano che non ha diritto ad una pensione, non ha un tetto e che nemmeno uno Ospizio dei poveri prenderebbe?
Questo è solo uno sfogo, una denuncia, certo non vi sto invitando a delinquere per trovare un lavoro. Nemmeno saprei consigliarvi il reato giusto che vi renderebbe idonei all’attività. Ci scandalizzavamo vedendo attribuire privilegi di sorta ai tossicodipendenti, agli ex detenuti e agli extra comunitari, oltre che agli invalidi, categoria che spesso è attribuita senza giusta ragione alle persone sbagliate, a meno che la furbizia non sia una malattia che richieda una pensione o posti riservati ai concorsi. Da oggi abbiamo una ragione in più per stupirci, o forse un’ulteriore motivo per non stupirci più di niente. Della serie che dopo una vita spesa male si dice: “Chi me l’ha fatto fare! Se gli ultimi 20 anni li avessi trascorsi in carcere a quest’ora avrei la pensione e mi darebbero pure il Don”
Persone troppo giovani per la pensione ma troppo vecchie per essere appetibili alle aziende, oggi devono solo rassegnarsi alla disoccupazione senile. Un’esperienza che magari nemmeno da giovani hanno vissuto ma che oggi si impone grazie alle manovre truffaldine dei mercati, orientati al massacro dei diritti acquisiti.
I più giovani vengono addirittura derisi se non truffati data l’inesperienza, da personaggi senza scrupoli e da Servizi Privati di ricollocazione che fanno della mancanza di lavoro il loro business.
Allora qualcuno riscopre vecchi mestieri che a volte possono anche rappresentare un’occasione. Mestieri dimenticati durante gli anni del boom economico e anche oltre.
Ma tranne rare eccezioni, oggi guadagnare anche 1000 € al mese è un traguardo per pochi eletti.
Tra i mestieri che nessuno vuole fare vi è quello del “Detenuto”.
Già. Il carcerato, il prigioniero, il recluso. Ovviamente non è da tutti, l’idea non ci passa nemmeno per la testa, eppure oggi un detenuto ha diritto ad una paghetta di 180 € mensili. Ma non è difficile proponendosi, farsi affidare un lavoro all’interno dell’istituto di pena o presso una cooperativa esterna convenzionata con il Carcere. In tal caso la paga sale a quasi 1000 € al mese. Ovviamente ai detenuti, anche per coloro che decidono di non lavorare, vengono riconosciuti i versamenti pensionistici per tutta la durata della reclusione. Infatti ultimamente, quasi ad incentivare la detenzione, il Governo ha deliberato un aumento del salario pari all’83%. Premesso che il detenuto è già ospitato gratis godendo di vitto e alloggio, non potendosi permettere grossi svaghi dato lo stato di reclusione, si ritroverà quei soldini anche se pochi, al netto del netto, che più netto non si può.
Rimane il fatto che per accedere ad una tale struttura bisogna delinquere, ma bene. Non è facile farsi mettere in carcere in Italia. Le pene sono per lo più pecuniarie (l’unica cosa che lo Stato vuole è rimediare soldi in tutti i modi) bisogna essere recidivi, e per reati ritenuti non gravi magari sono previsti i semplici domiciliari. Rendersi recidivi, per chi vede nel carcere una speranza di impiego, è come inoltrare un curriculum più volte, con insistenza.
Inutile sottolineare il paradosso che vede gli stipendi delle guardie carcerarie, bloccati a 20 anni fa, così come gli stipendi di altri corpi di polizia e della maggior parte degli statali. I Carabinieri e la Polizia lamentano la mancanza di divise, un parco auto obsoleto e spesso non hanno nemmeno i soldi per il pieno all’auto di servizio.
Se si pensa che in America il lavoro del detenuto non viene affatto remunerato essendo considerato un privilegio, un hobby che nemmeno merita un delinquente, che in Germania la paga è di appena 87 C l’ora, salta all’occhio l’ennesimo paradosso italiano. Un Paese che reclama di non potersi permettere il minimo sostentamento ai disoccupati, che non riesce nemmeno a riconoscere la sacrosanta pensione in età ragionevole, che di fatto nega le cure mediche tassandole con ticket improponibili, che ha cancellato l’art. 18 e che non riesce ad incentivare le assunzioni, decreta quasi come se fosse una priorità, l’aumento dalla retribuzione ai detenuti non di qualche punto percentuale, ma dell83%. Dal mese prossimo ogni detenuto “occupato” percepirà circa 7 € netti l’ora, oltre a costare 160 € al giorno alla collettività in spese di hotelleria e guardiania.
Un Governo che da decenni sembra voltare lo sguardo altrove, che non vuole o non sa riconoscere le vere esigenze del Paese, che già abbiamo visto legiferare su argomenti secondari rispetto alla carenza di lavoro e misure di contrasto alla povertà, come le adozioni e i matrimoni Gay, decreti salva banche, Buona (pessima) Scuola, vaccini obbligatori oltre ai miliardi impegnati nell’accoglienza dei migranti, ci stupisce con l’ultima sua chicca, il quasi raddoppio degli stipendi ai detenuti. Pensate sia una cattiva idea per un anziano che non ha diritto ad una pensione, non ha un tetto e che nemmeno uno Ospizio dei poveri prenderebbe?
Questo è solo uno sfogo, una denuncia, certo non vi sto invitando a delinquere per trovare un lavoro. Nemmeno saprei consigliarvi il reato giusto che vi renderebbe idonei all’attività. Ci scandalizzavamo vedendo attribuire privilegi di sorta ai tossicodipendenti, agli ex detenuti e agli extra comunitari, oltre che agli invalidi, categoria che spesso è attribuita senza giusta ragione alle persone sbagliate, a meno che la furbizia non sia una malattia che richieda una pensione o posti riservati ai concorsi. Da oggi abbiamo una ragione in più per stupirci, o forse un’ulteriore motivo per non stupirci più di niente. Della serie che dopo una vita spesa male si dice: “Chi me l’ha fatto fare! Se gli ultimi 20 anni li avessi trascorsi in carcere a quest’ora avrei la pensione e mi darebbero pure il Don”
Brett
Commenti
Posta un commento