Piromani al soldo delle Lobby


I bisogni dell’uomo, le esigenze, i beni di primaria necessità, sono sempre abbinati ad un mercato apposito. Ogni esigenza umana partorisce un mercato dedicato. Ma soddisfare i bisogni primari non basta, bisogna creare ulteriori bisogni per allargare i mercati. Un sistema tra i più antichi è la “Moda”. Una tendenza avallata dal mainstream che detta esigenze basate sul nulla, sul semplice taglio dei capelli, di un abito, della larghezza della cravatta, del bere una determinata bibita o assistere a determinati spettacoli. Bisogni che poi si rinnovano, che compiono un ciclo per poi ripresentarsi e cominciare da capo. I bisogni indotti che descriveva Murray, sono stati sfruttati da tutte le categorie, anche e principalmente con sistemi al limite della legalità o comunque tendenti al delinquenziale. Non è un segreto che i Mercati soffrono le regole e le limitazioni che i Governi esercitano.
Già nei primi anni ’50 si faceva uso di mezzi alla “Tavistock Institute” per creare esigenze atte a spingere i consumi, come la furbata di inserire dei frame brevissimi, invisibili all’occhio ma non alla mente durante la proiezione di film, atti a risvegliare la voglia di una bibita gasata o della patatina croccante, prontamente offerte dal bibitaro di sala. Vendere spinaci in scatola con l’ausilio del muscoloso Braccio di Ferro, spinaci che sappiamo non offrire un ferro bio-disponibile e dunque perfettamente inutili in tal senso. Così come il latte, che gli americani bevono perfino a tavola, che non è un alimento da adulti e per qualcuno perfino dannoso. La moda del “Veganismo” che fa la felicità dei nutrizionisti e dei produttori di integratori, dei quali i convinti sostenitori animalisti dovranno poi approvvigionarsi per non ammalarsi. La creazione di virus informatici da parte delle stesse aziende che vendono sistemi antivirus e che offrono la ralativa cura miracolosamente il giorno stesso della diffusione di un Malware. La pura invenzione di qualche malattia per vendere un farmaco venuto fuori come il panettone Motta, la creazione di un nemico per giustificare una guerra che poi porterà tutti i benefici del caso al Paese guerrafondaio che vende armi, esporta democrazia e conquista territori, ai gendarmi del Mondo. Il concetto è che i bisogni indotti sono un gioco sporco che tende a soddisfare i mercati sempre più famelici e sempre alla ricerca di nuovi spunti, anche i più improbabili. Non conoscono pudore, né umanità. La loro unica esigenza è il profitto. Ad ogni costo e spesso i costi sono onerosi in termini di vite umane, vittime di guerre, di malattie e di stupri per l’ambiente. Pensavo che la cartolarizzazione della CO2 fosse il massimo della criminalità da parte di costoro. Invece questa Estate abbiamo scoperto che la macchina dei soldi va anche oltre. Lo abbiamo scoperto nel corso di una stagione arida come mai negli ultimi cento anni, quando inspiegabili e numerosi incendi hanno devastato interi chilometri di boschi e preziosissimi parchi naturali “Protetti”. Da parte di piromani sì ma non disinteressati. Da parte di criminali sani di mente, al soldo di qualcuno interessato a tutto questo. Abbiamo dato la colpa ai palazzinari che sfruttano questi mezzucci da tempi immemori, al terrorismo alimentato dai miliardari filantropi che tengono il Bel Paese sotto scacco da qualche decennio. Poi abbiamo scoperto che esiste un servizio privato, quei bei privati che tanto abbiamo desiderato quando lo Stato deteneva i Monopoli e al quale abbiamo attribuito tutti i mali del Mondo, tutti i disappunti legati alla sciatteria tipica di chi non teme di essere soppiantato. Esistono dei privati che offrono servizi di rimboschimento e lotta alla desertificazione. Ma addirittura abbiamo scoperto che una parte del servizio di spegnimento degli incendi è affidato a privati che dovrebbero collaborare con i pompieri e con i corpi forestali (nel frattempo aboliti).
La gestione dei Canadair e dei Cessna, oltre ai tanti elicotteri, è affidata ad aziende private. Costano allo Stato 55 milioni, oltre alla tariffa extra di 15.000 € l’ora e sono ad appannaggio di sette aziende private (Sei nazionali e una Britannica) che risultano vincitrici di appalti sul territorio nazionale, spesso in qualità di “Unico partecipante”. Il fatturato nel 2017 si è incrementato del 378% riepstto all'anno precedente e la parte del leone è interpretata dalla Babcock Italia (ex INAER), vincitrice di un appalto nazionale che gestisce buona parte del territorio. Quindi, diciassette appalti regionali per elicotteri di pronto intervento. Questi li hanno vinti sei società italiane, tutte del Nord, per gare allestite dalle Regioni Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Veneto, Friuli, Toscana, Lazio, Sardegna, Campania e Sicilia. Il Lazio, nel 2016, ha assegnato l’appalto alla Heliwest di Isola d’Asti: 10 milioni, 10 elicotteri a disposizione. La Finanza ha sequestrato i documenti. In Valle d’Aosta l’unico offerente nel 2009 e nel 2014 è stato Airgreen di Robassomero (Torino). In Friuli nel 2015 unico partecipante (e vincitore) dopo un’asta andata deserta è stata Elifriulia di Ronchi dei Legionari. L’Antitrust ipotizza che le sette sorelle del soccorso dal cielo (ci sono anche Eliossola di Domodossola, Elitellina di Sondrio e Star Work Sky di Strevi, Alessandria) abbiano condizionato «in senso anticompetitivo le procedure pubbliche di affidamento».
Questo spiegherebbe il comportamento a dir poco equivoco di alcuni piloti che sono stati visti scaricare acqua e ritardante nei pressi di incendi di piccole dimensioni, non ancora dilaganti, a distanza di metri dal focolaio innescato, in modo da non contrastarne la diffusione (guarda qua). Ha spopolato in rete la doccia gelata subita da alcuni volontari sull’incendio del Vesuvio, da parte di un elicottero-farsa che alla pari di tanti altri gettava acqua “nei pressi” dell’incendio ma non direttamente sul fuoco come avrebbe dovuto fare. La testimonianza è che l’acqua ha colpito i volontari che ovviamente agivano perimetralmente al fuoco, cioè a distanza di sicurezza.
La storia è squallida, come le connessioni tra la Protezione Civile, le Regioni e i Ministeri. Una storia all’italiana, schifosamente alimentata tra il 2009 e il 2016, interpretata da italiani che passerebbero sul cadavere delle proprie madri pur di trarne profitto. Una storia comunque di danno erariale di svariati milioni e che contempla la perdita di un patrimonio boschivo che impiegherà decenni per rigenerarsi. Intanto indaga l’Antitrust e scusate se è poco. Il problema è molto più profondo, è legato a filo doppio alle privatizzazioni e riguarda TUTTI i settori. Volendo indagare non troveremmo una sola azienda privatizzata che rispetti le leggi sulla regolamentazione dei mercati. Il Paese del “Volemose bene”, del “Tutti tenemo famija” e della “Pagnotta per tutti”, ancora una volta ha dato prova della propria inadempienza all’autoregolamentazione. La tendenza all’esagerazione che poi stupidamente porta alla cessazione della risorsa, è tipico delle cosche mafiose, trasferitosi nelle stanze del potere decisionale della Politica, rimane un fenomeno antropologico tutto italiano.
Finchè i rapporti tra Politica e Lobby rimarranno istituzionalizzati, gestiti come in una famiglia allargata, i distratti italiani che si indignano più per la sconfitta della Nazionale che per scenari come questo, dovranno abituarsi a non stupirsi più di niente, a fare a meno della propria libertà, del proprio patrimonio geografico e sociale e chinare il capo al volere dei Mercati che con tali metodi tendono a schiavizzare il Mondo intero.

Brett Sinclair

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