Migranti: Assediati dai Mori Vichinghi.
Tra i gruppi criminali stranieri che in Italia hanno dimostrato una notevole versatilità nel traffico degli stupefacenti e nello sfruttamento della prostituzione, unite ad una “forte capacità adattativa all’ambito territoriale in cui si trovano ad operare” ( cfr. relazione della DIA, Direzione Investigativa Antimafia, 2017), vi sono senza dubbio i nigeriani.
In realtà il fenomeno non è nuovo ma risale agli anni 80 quando alcuni migranti africani, originariamente al soldo delle Mafie locali, si riunirono per poi dare vita ad una propria organizzazione. Inizialmente impiegati dalla Mafia, Camorra e Ndrangheta per alimentare la prostituzione col reclutamento di giovani Nord Africane, favoreggiamento all’immigrazione clandestina, spaccio di droga e operatori a vario titolo nel mercato del brand contraffatto, si sono appropriati di quei settori meno redditizi, quelli che la Mafia ormai non considera più rilevanti. Ci sono stati nel passato scontri sanguinosi tra gang africane e camorra nel Casertano (Mondragone e Castel Volturno) ma oggi sembra che i ruoli siano ben definiti o quanto meno si sia trovato un equilibrio, addirittura una certa collaborazione tra mafie autoctone e africane. Si sono appropriati di interi stabili e territori che rivendicano, gestiscono e difendono secondo le antiche regole delle leggi tribali, quelle che a casa loro hanno seminato migliaia di morti atrocemente inflitte a chiunque osasse sfidarli nel proprio territorio e che ancora oggi conservano gli stessi antichi quanto barbari codici. Sono ben radicati sul territorio nazionale, non solo in Campania. Partendo da Palermo, hanno conquistato territori oggi di propria esclusiva competenza in Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto, Lazio ed Emilia Romagna. Il recente sgombero della palazzina dei giochi olimpici a Roma sarebbe legata a questo. I gruppi armati e ben organizzati sono diversi e anche in lotta tra loro per la rivendicazione di zone e competenze. La struttura criminale nigeriana, formata da diverse cellule criminali indipendenti e con strutture operative differenziate ma interconnesse, dislocate in Italia e in altri Pesi europei ed extraeuropei prevede Capi zona, Capi bastone e varie gerarchie locali e internazionali. Gli affiliati vengono assoldati in Nigeria e il rito di iniziazione prevede tremende atrocità, tra cui l’uccisione di un proprio caro o di un bambino, il sottoporsi ad un pestaggio con le mani legate e incappucciati da parte degli anziani e un giuramento ufficiale durante il quale l’iniziato beve un cocktail di sangue umano e alcol, che suggella la propria fedeltà fino alla morte. Non mancano i simboli identitari come la lunga “sciarpa azzurra” che indossano i membri Eiye, il gatto nero con basco militare tatuato sulla spalla come distintivo dei “Black Cats” ( altro sodalizio presente in Campania ma anche a Padova), il triangolo isoscele privo di base e con due occhi stilizzati alle estremità racchiuso in un cerchio con la scritta “Guarda com’è bello e piacevole per i fratelli dimorare insieme in unità” per la confraternita ROF (Reformed Ogboni Fraternity). Quest’ultima è, probabilmente, la più pericolosa. La ROF è stata fondata a Obun -Eko (Nigeria) ed ha diverse rappresentanze in Ghana, Senegal, Sud America, Gran Bretagna, Francia e Olanda. Nel contesto nigeriano la ROF è nota per la ferocia delle azioni delittuose e per l’aggressività nei mercati illegali, soprattutto nel narcotraffico, nella tratta di connazionali e nello sfruttamento della prostituzione. In Italia la sede centrale italiana è a Castel Volturno (Caserta), con articolazioni distaccate in Umbria, Veneto, Piemonte, Lombardia e Sicilia.
Nei primi mesi di quest’anno il nuovo capo della Polizia di Palermo Rodolfo Ruperti, ha contrastato e debellato l’Associazione dell’Ascia Nera ma nel frattempo ha preso il comando l’associazione cosiddetta dei “Vichinghi”.
Meno strutturati rispetto all’Ascia Nera, questi non hanno un capo riconosciuto e nessun codice di condotta. Sono molto feroci e girano armati di machete, si ritengono legati alla magia nera e costringono le donne loro connazionali a prostituirsi minacciandole con riti voodoo. Si riconoscono perché indossano una bandana riportante il teschio e le ossa incrociate.
Ma la linea politica italiana, specialmente in tempi di polemiche infinite verso la migrazione, è quella di non allarmare la popolazione circa il rischio di offensive da parte di gruppi “paramilitari extracomunitari”. Anche se bande sudamericane come la famigerata MS 13, avrebbero già il controllo d’una decina di edifici a Milano e d’una zona non ben definita a Genova. Va rammentato che lungo l’Adriatico sono già state segnalate bande di africani. Qualche funzionario di polizia riferisce che ordini superiori impongono di minimizzare il fenomeno, etichettandolo come ininfluente sotto il profilo dell’ordine pubblico. Evidentemente necessita attendere che si manifestino con i fatti, e cioè non basta qualche stupro o rapina per gridare al fenomeno diffuso. Occorre che bande paramilitari di migranti assalgano aziende agricole e piccoli centri rurali, che s’approprino arma alla mano di pezzi del Paese... allora forse lo Stato democraticamente insonnolito si desterà, forse proponendo semplicemente di dialogare con gli eventuali nemici. Se poi le cose dovessero andare male, potrà sempre rivolgersi al suo storico alleato, magari contraccambiando con l’ennesima trattativa Stato-Mafia.
Le misure restrittive dell’Inghilterra in merito all’immigrazione sarebbero dovute principalmente a questo fenomeno dilagante, tenuto costantemente sotto osservazione da Scotland Yard e dai Servizi Segreti e presidiando massicciamente le vie di ingresso dal mare e le linee di trasporto su gomma e ferroviarie dello stretto. Gli Inglesi ritengono molto probabile infiltrazioni nei Centri d’Accoglienza, tesi ad organizzare rivolte armate difficilmente controllabili, sostenute dalle organizzazioni criminali ben organizzate. Le stesse preoccupazioni hanno determinato la chiusura dei confini francesi a Ventimiglia e la supervigilanza verso le Balieau Parigine e forse lo stesso timore investe i paesi dell’Est. Dunque non di soli migranti si parla ma di un vero e proprio esercito di soggetti mafiosi o mafiogeni, particolarmente violenti e armati, che si congiungono a strutture già radicate sul territorio, per il rafforzamento di bande paramilitari orientate al controllo del territorio italiano ed europeo.
Ci siamo sorpresi vedendo “pazzi” che girano in machete per le strade di Milano assalendo ignari malcapitati, ci sorprendiamo se passeggiando per le strade di Palermo o di Castel Volturno ci sembra di stare a Beirut o a Istanbul, non crediamo ai nostri occhi alla notizia di stupri e scene pubbliche di malcostume, aggressioni violente e per futili motivi verso cittadini, donne e anche forze dell’ordine, chiari messaggi di disprezzo verso il popolo italiano che presto sarà sottomesso dall’esercito dei Mori invasori.
Nonostante l’allarme lanciato soprattutto dai quotidiani inglesi con un articolo del “Times” del 29 giugno 2017 e numerosi articoli del “The Guardian”secondo i quali il territorio italiano è ora a forte rischio di tribalizzazione territoriale, la cosa sembra quasi non riguardarci. La quasi totalità delle persone è all’oscuro di tutto questo e vede il fenomeno migratorio semplicemente come un fastidio, un problema che riguarda la svendita del lavoro. Ma non solo di questo si tratta, bensì di un attacco paramilitare di stampo mafioso. All’inizio ce li hanno propinati come profughi di guerra, poi quando proprio era palese e la bugia non reggeva più, li hanno giustificati come migranti economici che scappano dai regimi e dalla siccità. Rimane il fatto che gli africani che sbarcano da noi sono per la maggior parte maschi in salute, palestrati e dotati di smartphone di ultima generazione. Non sono poveri disperati e sanno benissimo che in Italia in particolare, ma generalmente nel Sud dell’Europa non è facile trovare un impiego, eppure continuano ad onorarci della loro presenza, pur rischiando la vita. Tra le lacrime di un rincoglionito Pontefice che ancora ci invita ad aprire le nostre porte, tra le assicurazioni della Boldrini sulla qualità delle Risorse dalle quali presto apprenderemo usi e costumi, tra i messaggi palesemente tarocchi da parte di schierati catto-comunisti che invocano l’integrazione e la tolleranza, ci ritroviamo invasi da un esercito di guerrieri selvaggi, amati fino ai denti, violenti ed esaltati che per orientamento, cultura e propensione etnica risultano inclini alla belligeranza.
Ospiti già di per sé non esattamente graditi, per molti dei quali le vere intenzioni sono state taciute e addirittura occultate spostando l’attenzione sulla cultura islamica, che rappresentano un’ulteriore minaccia “fisica” ad un popolo tutto sommato mite e pacifico anche se inguaribilmente masochista quale siamo. Un ulteriore male che in una trentina di anni è cresciuto incontrastato, tra l’indifferenza del Governo e la benedizione della Mafia. Un male del quale francamente non avevamo proprio bisogno.
Brett
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