Quando Monnezza fa rima con Ricchezza
La monnezza che invade la strade di mezzo Mondo ormai è notoriamente attribuibile solo ed unicamente ad un mostro batteriofilo e pro-sorci che risponde al nome di Virginia Raggi. Se la raccolta differenziata non funziona, perchè il popolo non vuole dividere i rifiuti è sempre e solo colpa della Raggi.
Io credo che l'unica raccolta realmente scrupolosa avvenga nei pressi delle Favelas Sud Americane o in India, dove schiere di poveri di tutte le età scazzottano tra di loro rovistandovi alla ricerca di qualcosa di ancora utilizzabile o addirittura commestibile. Raccolgono di tutto, vetro, metalli, carta e con mezzi di fortuna li trasportano dove possono poi rivenderli per pochi spiccioli.
Ricordi di infanzia mi riportano agli anni 70/80, quando alla chiusura dei negozi si riversavano in strada decine di "Cartonari", raccoglitori di cartoni preventivamente lasciati all'uscio delle botteghe allo scopo di lasciarli smaltire da quei lavoratori notturni. Ricordo che ne trasportavano quantità enormi, ripiegati e impilati su carretti o sulle Api opportunamente preparate con vecchie reti da letto legate sui laterali in senso verticale allo scopo di fornire un sostegno alla pila di cartone alta anche 3/4 metri.
Per quanto ne so guadagnavano abbastanza bene con tale attività, del resto anche io ogni tanto, quando i giornali a casa mia erano diventati troppi, mi recavo alla cartiera, dove l'impiegato li pesava e me li comprava per qualche spicciolo. Magari potevano servire al massimo a comprare un gelato o uno spettacolo al cinema, ma erano comunque soldini ricavati da un atto di pulizia, da un favore offerto a mia madre che magari mi regalava ulteriori 100 lire per la buona azione.
Dunque la raccolta differenziata moderna non è una conquista del progresso ma la versione 2.0 di un antico mestiere, dove la cartiera oggi è l'azienda che compra i rifiuti per riciclarli e i Comuni sono la mamma che elargisce l'ulteriore paghetta agli smaltitori, che esattamente come succedeva a me in piccolo, guadagnano da due fonti.
Brett Sinclair
Io credo che l'unica raccolta realmente scrupolosa avvenga nei pressi delle Favelas Sud Americane o in India, dove schiere di poveri di tutte le età scazzottano tra di loro rovistandovi alla ricerca di qualcosa di ancora utilizzabile o addirittura commestibile. Raccolgono di tutto, vetro, metalli, carta e con mezzi di fortuna li trasportano dove possono poi rivenderli per pochi spiccioli.
Ricordi di infanzia mi riportano agli anni 70/80, quando alla chiusura dei negozi si riversavano in strada decine di "Cartonari", raccoglitori di cartoni preventivamente lasciati all'uscio delle botteghe allo scopo di lasciarli smaltire da quei lavoratori notturni. Ricordo che ne trasportavano quantità enormi, ripiegati e impilati su carretti o sulle Api opportunamente preparate con vecchie reti da letto legate sui laterali in senso verticale allo scopo di fornire un sostegno alla pila di cartone alta anche 3/4 metri.
Per quanto ne so guadagnavano abbastanza bene con tale attività, del resto anche io ogni tanto, quando i giornali a casa mia erano diventati troppi, mi recavo alla cartiera, dove l'impiegato li pesava e me li comprava per qualche spicciolo. Magari potevano servire al massimo a comprare un gelato o uno spettacolo al cinema, ma erano comunque soldini ricavati da un atto di pulizia, da un favore offerto a mia madre che magari mi regalava ulteriori 100 lire per la buona azione.
Dunque la raccolta differenziata moderna non è una conquista del progresso ma la versione 2.0 di un antico mestiere, dove la cartiera oggi è l'azienda che compra i rifiuti per riciclarli e i Comuni sono la mamma che elargisce l'ulteriore paghetta agli smaltitori, che esattamente come succedeva a me in piccolo, guadagnano da due fonti.
Brett Sinclair
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