Moana, il Grillo mandrillo e l’Onorevole guardone.
«Io sono felice di fare felice questa gente, sia pure per pochi secondi. Io di più non posso fare. Mica posso andare a letto con tutti».
Diceva così Moana Pozzi, l’angelo del sesso degli anni 80/90, la donna più desiderata al mondo. Di indole esibizionista scelse di fare la pornoattrice per vocazione , col disappunto della famiglia medio borghese che pure l’aveva ben educata. Poteva sposare un qualunque miliardario e vivere di rendita ma il suo spirito indipendente le proibiva di scendere a compromessi e non avrebbe consegnato mai a nessuno le chiavi della propria libertà. Della sua cultura, intelligenza, proprietà di linguaggio ed eleganza dialettica ci siamo convinti durante una famosa intervista condotta da Pippo Baudo. Ha anche scritto libri Moana, in uno in particolare "La filosoia di Moana Pozzi", che racconta di storie intraprese con uomini dello spettacolo, sportivi e politici, dando un voto ad ognuno. Dal momento che nessun editore volle compromettersi, Moana lo pubblicò a sue spese e oggi risulta introvabile pechè mai ristampato. La lista e i voti spaziano da Massimo Ciavarro, liquidato con un voto appena sufficiente in quanto non si tolse le mutande durante l’amplesso, a Beppe Grillo,” uno che a letto ci sa fare” a suo dire e meritevole di un rotondo 7, a Montesano, Pozzetto e Arbore meritevoli di un 6. Un 7 pieno anche ad Andrea Roncato, definito generoso, simpatico e molto maschio, Francesco Nuti, il sentimentale appassionato di sesso orale e Nicola Pietrangeli.
A Marco Tardelli spetta addirittura un 8, il voto più alto. “Trovavo eccitante il suo comportamento spontaneo e dolce come un ragazzo alle prime armi. Nel periodo in cui ci siamo frequentati facevamo raramente l’ amore, a causa dei suoi continui viaggi e ritiri con la Juventus, però stavamo al telefono per ore, parlando soprattutto di sesso”. Bocciato invece un altro calciatore, il brasiliano Falcao con un 5 senza possibilità di riscatto: “carino e con un bel corpo, ma troppo sbrigativo“ .
A Roberto Benigni Moana Pozzi dedica un po’ di ironia: “mi infilai nel letto mentre dormiva con una sua amica; Benigni si svegliò e cominciò a correre per tutta la stanza nel suo abbigliamento da notte (canottiera di lana, mutande e calze), gridando: “Ma io mi vergogno”. Alla fine tornarono a dormire intr ma da bravi fratelli”.
Rimane senza voto Robert De Niro e Massimo Troisi merita una misera sufficienza. 7,5 a Bobby Solo.
Campione di arte amatoriale risulta Eduardo De Crescenzo che secondo Moana, era un intellettuale che non disdegnava i piaceri della carne, anche se non voleva che la cosa diventasse pubblica (si guadagna un 7). Luciano De Crescenzo, che conobbe Moana a una festa prima che diventasse una pornostar diceva: «Era bellissima. Era come se avessi visto Afrodite in persona... Era una ragazza assolutamente normale, di buona famiglia e di buone letture. Forse era proprio questo l’aspetto che più mi stupì: per la sua età, aveva diciannove anni, mi sembrava straordinariamente matura. Non avrei mai immaginato che sarebbe poi diventata una pornostar». La sera stessa la invitò a passare con lui due settimane in un villaggio turistico in Sicilia: «Indimenticabili. Di più, credo, non sarei sopravvissuto». Si ricorda ancora del ragazzo del bar, che servendogli la colazione una mattina, gli disse: «Ingegné, io ieri sera, pensando alla fidanzata vostra, ho commesso anche un atto impuro» (il ragazzo in questione poi è diventato Fiorello).
Ma nella eufemisticamente movimentata vita di Moana, non mancarono personaggi del Clero (Mons. Milingo e Card. Marcinkus di certo ma anche tanti altri) e della politica. Nel suo libro non cita il come ma dalla descrizione si intuisce che si tratta di Bettino Craxi. Otto mesi durò la storia e non fu un banale flirt, anzi pare che Craxi si limitasse a guardarla masturbandosi,rivelando un’indole da voyeur. Si incontravano spesso in ristoranti, alberghi o a casa di un’amica di lui, una editrice che in seguito le procurò un numero su Playman, intendendo in qualche modo allontanarla dall’ambiente hard. Tramite il suo segretario le comprava vestiti e gioielli, era innamorato e voleva dirottare la vita della sua bambola verso ambienti più sostenibili, da lì vennero poi i programmi in tv, poi censurati. Ma oltre a Craxi, ci fu anche un altro Presidente del Consiglio tra i suoi amanti. Non fa il nome nemmeno di questo ma si sa che lo chiamava “il bello” perché le piaceva la sua barbetta. Gli indizi riportano a Giovanni Goria, Premier dal 1987 al 1988 e morto nel 1994, lo stesso anno della morte di Moana. Fu inoltre trasportata in una villa in Sardegna di proprietà di uno che da lì a qualche anno sarebbe diventato anch’egli Premier, dove ad attenderla c’erano altre pornostar per dare vita ad un allegro festino (stile Bunga Bunga) e addirittura si sa che un grosso industriale italiano volesse darla in regalo ad alcuni amici (tra i quali un capo di stato straniero) ed al figlio.
Tutto questo avveniva a cavallo degli anni 90. In quegli anni Moana pianificava una seppur improbabile, vita alternativa. Voleva spogliarsi dei panni della porno star per rifarsi una verginità intellettuale, anche a scopo di scomparire esercitando il sacrosanto diritto all’oblìo. Intanto si diede il suo bel da fare anche in altri campi, lo spionaggio (KGB e Servizi italiani) e lo smaltimento di scorie radioattive, divenendo socia della Anlivered Corporation Limited, una societa' di Kiev specializzata nel settore.
Il suo produttore Riccardo Schicchi era un consulente dei servizi segreti di mezzo Mondo, tramite le sue ragazze che poteva tranquillamente infiltrare in letti importanti, aveva una sua attività parallela in tal senso ed era in costante contatto con i Servizi italiani. Un archivio gigantesco che riguardava personaggi influenti di tutto il Mondo andò ufficialmente perduto durante un misterioso incendio avvenuto nel 1998.
Come molte sue altre attrici, Moana era stata utilizzata in tal senso. Sapeva tanto, forse troppo su personaggi che in quegli anni erano costantemente tenuti nel mirino di killer che non molto tempo dopo tirarono il grilletto. Molto, troppo venne a sapere tramite flirt con esponenti del vaticano e dell’alta finanza, ambasciatori e politici. Era diventata pericolosa, molto più delle scorie radioattive che trasportava personalmente in valigette apposite e probabilmente temeva per la propria vita. Giampaolo Cofano, un musicista in cerca di fama, che sposò Moana nella speranza di godere di un po’ di luce riflessa diceva: “Non l’ho mai amata come un compagno di vita, l’ho anche tradita e lei faceva scenate da matti come quando sua sorella Mima, Baby Pozzi, mi abbracciò quasi per farle dispetto e lei mi buttò addosso tutto quello che le si parava davanti” dice il musicista, mentre sulle voci che l’attrice fosse un’agente dei servizi segreti confessa che “era una grande sportiva, un fisico da marine tanto che ho sempre pensato che quella dell’attrice fosse una copertura. Allenamenti duri, chilometri di corsa quasi ogni giorno, viaggi all’estero e mille segreti, di alcuni mi parlava, ma diceva spesso che sarebbe voluta andare lontano dove nessuno potesse trovarla, temeva di essere stritolata da un sistema più grande di lei”.
Moana Pozzi muore in un ospedale francese il 15 Settembre del 1994, dopo tre settimane di malattia, ufficialmente di carcinoma epatico ma la sua morte, se mai è avvenuta, è circondata da misteri e dissimulazioni.
Sostanzialmente le ipotesi sono due: - Ha simulato la propria morte rifugiandosi in un luogo segreto al riparo dal suo passato e dai servizi segreti che la vogliono morta perché sa troppo e di troppe parti. - E’ morta di carcinoma epatico indotto dalla somministrazione di Polonio radioattivo, un metodo spesso usato dall’intelligence russa per sbarazzarsi di personaggi scomodi e che non lascia traccia nell’organismo.
Il marito dice di averle praticato l’eutanasia coma volontà di lei e il corpo cremato a poche ore dal decesso. La comunicazione ufficiale avviene dall’Hotel De Dieu di Lione 48 ore dopo, a dispersione delle ceneri avvenuta. Nove mesi dopo il decesso vene denunciato lo smarrimento del suo libretto di circolazione e dopo un anno, viene richiesto un finanziamento a suo nome.
Quella di Moana è una morte piena di mistero. E’ avvenuta ufficialmente per un tumore al fegato il 15 settembre 1994, ma per alcuni mesi nessun documento ufficiale italiano lo ha riportato e della cartella clinica si perse ogni traccia. Quattro mesi dopo la morte, l'anagrafe cittadina non aveva ancora ricevuto il certificato di avvenuto decesso. Sei mesi dopo Moana risultava nubile ma dopo sette anni risultava coniugata con Antonio Di Ciesco. Tali manipolazioni sono possibili solo ai Servizi segreti.
Ma un’ultima verità viene fuori a quasi 20 anni dalla morte (o presunta tale). In un’intervista Eva Henger, ex compagna di Riccardo Schicchi (deceduto tre anni fa) e amica di Moana, racconta che due giorni prima della presunta data di morte comunicata dai media, Moana avrebbe telefonato a Schicchi dicendo che stava molto meglio, che aveva ripreso 5 chili e che voleva tornare al lavoro quanto prima per recuperare soldi, perché le cure le stavano costando molto. Riccardo Schicchi al momento del comunicato della morte di Moana, non fece nemmeno una smorfia, continuò a leggere il giornale. Eva gli chiese: Riccardo stai bene? Hai sentito? Lui le rispose semplicementeche la data non era quella, era sbagliata. Molto tempo dopo, sempre a proposito della data di morte di Moana esclamò: “Moana non è morta in quella data. Se è morta due anni dopo, due giorni dopo, se ha avuto un incidente, se non è morta…… io non lo so”.
La testimonianza di Eva Henger è ritenuta attendibile dal momento che non avrebbe nessun interesse nel dichiarare cose non vere e che il suo compagno Riccardo Schicchi, per quanto omertoso sarebbe stato l’unico in quegli anni, a poter rilasciare notizie in merito. E come mai un libro tanto stuzzicante come "La filosofia di Moana" non viene riproposto, nonostante venderebbe qualche milione di copie?
In definitiva siamo di fronte all’ennesimo mistero italiano. Probabilmente è morta la bella, intelligente e colta Moana Pozzi, era troppo malata per sopravvivere ma di certo non è morta il 15 Settembre del 1994; di sicuro è scomparsa e con lei molti suoi documenti riservati.
Di quell’anno, del 1994, ricordiamo un’altra morte, questa volta certa e documentata. La morte della prima Repubblica e la sconfitta dei Partiti.
Brett Sinclair
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