Terrorismo a parte, parlo sul serio!!



“E’ per la Siria” ha esclamato l’ultimo attentatore a Parigi, armato di martello e coltelli prima di essere fermato dai colpi della Polizia. “Finalmente” verrebbe da esclamare, un terrorista o presunto tale che tira fuori una causa che non sia la stantia follia religiosa o presunta tale, che ci propinano ogni giorno. L’atto di oggi ricorda il terrorismo internazionale degli anni 70/80, quello che sposò l’OLP di Arafat, che aveva il pretesto di combattere tutto ciò che fosse occidentale, per rappresaglia riconducibile alle guerre condotte in Medio Oriente da USA, Francia, Germania e Inghilterra. Quel terrorismo che fu poi ripreso per continuità da Osama Bin Laden, che forse rivendicava lo stesso movente ma che per storia personale, per gli interessi filo americani della sua famiglia, per la Matrix che il costume occidentale ci costringe a subire quotidianamente e per come è finita, non ci hanno mai convinti del tutto, lasciandoci un dubbio verticale.
Vale la pena ricordare come dagli anni 70, mentre noi vivevamo alla grande (anni di piombo a parte) un’economia crescente e un periodo di beata stabilità, in Medio Oriente si combattevano guerre pretestuose e sanguinarie, atte esclusivamente a destabilizzare un’area che doveva fruttarci petrolio a buon mercato. Mentre noi ci godevamo la compagnia dei nostri pargoli, i figli dei “maledetti terroristi” morivano a centinaia ogni giorno, sotto le bombe israelo-americane. L’America ha fatto scuola nell’individuare in un soggetto scomodo un nemico sanguinario e farlo odiare al Mondo intero. E’ impressionante la faccia tosta dei maghi di Hollywood nel rifilarci per 50 anni film Western nei quali i cattivi erano gli indiani, i nativi americani che nella realtà furono sterminati e privati della loro terra ad opera de “i nostri a cavallo di un cavà”. Sulla Corea e sul Vietnam stendiamo un velo pietoso.
Noi condanniamo il terrorismo, la vendetta verso il comune cittadino e la strategia del terrore, ci mancherebbe altro. Ma è anche vero che Golia non ha mai avuto altri mezzi se non una semplice fionda per combattere il gigante. Un gigante che narra al Mondo storie al contrario, che nasconde le proprie azioni inconfessabili per esaltare le ripercussioni del nemico, ingigantendole ad arte o spesso creandole di sana pianta, per giustificare al Mondo le proprie angherie. La rete dei mass media mondiale è tutta dalla parte del gigante “amico” ma questa volta deve fare i conti con la sua creatura più recente, l’ultimo giocattolo tecnologico, INTERNET, che oltre ai soldi, sta portando anche qualche problema, la comunicazione della realtà, il tam tam, una fonte di informazione finalmente attendibile, dunque scomoda.
Il giochetto della Messa cantata in TV non incanta più, ma l’Occidente ha ancora bisogno di un Medio Oriente instabile, ha ancora bisogno di un nemico da combattere, soprattutto in seguito alle primavere arabe. Allora ecco che per incanto nasce l’ISIS (mamma, li turchi‼!). Pazzi fanatici che in nome del Dio più deriso dall’Occidente, scatenano una guerra Santa (o una santa guerra, dipende dai punti di vista) verso popoli miti e indifesi. Pazzi fanatici, kamikaze che operano nelle metropoli europee e nei momenti più topici dei percorsi politici degli stessi paesi. Non un episodio di guerra che sporadicamente viene rimesso al mittente da una nazione occupata a quella occupante, ma un atto inspiegabile di odio verso ignari civili che nulla sanno di Allah e magari nemmeno di Gesù Cristo.
Il quarantenne algerino è probabilmente solo un lupo solitario, ma le sue parole “Questo è per la Siria”, anche se suonano cacofoniche e stonate per alcuni, sono di fatto le uniche parole sensate pronunciate da un attentatore durante un attentato. Parole che almeno ricordano che la Francia è un paese costantemente in guerra contro il M.O., che è causa quotidiana di morte su scenari di guerra che i media ci nascondono perché illegittimi e che nella sua brutalità prende le distanze dalle inflazionate quanto farlocche sceneggiate napoletane firmate “Allah akbar”.

Brett Sinclair



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