Odessa: Made by Napoli


Durante l’ultimo incontro di calcio MFC Mykolaiv vs Dinamo Kiev, un gruppo di tifosi ucraini cantavano in coro “O’ sole mio”.
La città ucraina di Odessa fu fondata nel 1794 da Giuseppe De Ribas, un nobile napoletano al servizio dei Borbone. Questi la rese grande, creando un florido commercio tramite il porto che divenne ben presto un riferimento per le rotte navali, favorito anche dall’’ubicazione geografica, essendo situata alla foce di grandi fiumi navigati come il Danubio, che garantiva contatti con la Russia degli zar.
Presto si instaurò ad Odessa una colonia italiana che nel 1850 contava circa 3.000 abitanti, composta principalmente da marinai e commercianti. L’italiano divenne la lingua ufficiale, tanto che ancora oggi si possono vedere cartelli stradali in italiano e il napoletano si parlava in ogni angolo della città.
Proprio quella comunità italiana, composta da meridionali quasi tutti napoletani oltre che da marinai genovesi, livornesi e veneziani, contribuì allo sviluppo della città. I commerci con l’Italia erano ovviamente privilegiati, il pomodoro fu introdotto dagli italiani ma fiorirono anche attività artistiche e artigianali tipiche del bel Paese. Ma anche la cultura italiana diede un’imprinting alla città, l’ università adottò numerosi testi e manuali italiani, tant’è che il primo vero dizionario italiano-russo fu scritto proprio ad Odessa dal professore dell'Universita' di Novorossijsk (oggi e l'edificio dell'Universita' Medica di Odessa) Domenico De Vivo. Ma furono ovviamente gli artisti a ritagliarsi un ruolo importante nella neonata città. Nei cosi' detti "casino' italiani" si incontravano le famiglie dei mercanti per far musica, ballare e giocare a domino.
Uno dei divertimenti preferiti degli odessiti furono le riunioni che battezzarono con il termine italiano "conversazione", dove si diffusero giochi di parole (calembour) in italiano e in francese. Ma la costruzione di un vero e proprio teatro non tardò a venire. L’architetto napoletano Francesco Frapolli progettò e mise in opera il Teatro dell’opera, un’impresa faraonica. Costruì inoltre la Chiesa della Trinità, che ancora oggi è meta turistica principale. Ma altri architetti italiani contribuirono alla costruzione di una delle più belle città del mondo. Nomi come G. Torricelli, F. Boffo, Quarneghi, Rossi, Dell'Acqua, G. Scudieri, L. Cambiaggio, F. Morandi, De Vecche, A. Bernardazzi, sono solo i piu' famosi, che ovviamente apportarono l’apprezzatissimo tocco italiano nelle loro opere. Il maestro Luigi Rizzi inaugurò la prima stagione teatrale ma in seguito seguirono altri talentuosi del calibro di Gervasi, Marzorati, Sarti, Bertini, Boniccioli, Truffi, Pagani, Pome, Esposito, Grazia, Brambilla e Bernardi.



Odessa divenne città della musica e dove c’è musica, quella napoletana reclama sempre la sua quota. La famosa canzone O’ sole mio fu scritta e composta ad Odessa da Giovanni Capurro e Eduardo Di Capua che in quel tempo si trovavano nella città russa. La musica si ispirò ad una bellissima alba sul Mar Nero e dedicata alla nobildonna oleggese Anna Maria Vignati Mazza. Il brano non ebbe immediato successo a Napoli, salvo poi diventare famosa sulle sponde del Mar Nero e da lì divenire canzone patrimonio della musica mondiale.
Inoltre, grandi attori teatrali come Tommaso Salvini, Ernesto Rossi ed Eleonora Duse contribuirono alla formazione dell’Opera di Odessa, facendo della città la più europea e mediterranea dell’impero russo.

Brett Sinclair



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