Migranti venite in Germania, vi paghiamo il viaggio di ritorno.
Mentre l’Italia paga 38 € al giorno per mantenere merce
umana e i cacciatori di migranti si danno da fare incentivando la migrazione di
“Risorse Boldriniane” nel nostro Paese, la Germania in primis ma anche
Norvegia, Finlandia e Svizzera pagano cash quei pochi che riescono ad approdare
oltre la frontiera italiana, per tornarsene nei loro paesi di origine. L’incentivo
consiste in una ricompensa che va da 100€ per ogni bambino fino a 300 per gli
adulti, oltre al viaggio di ritorno in treno, aereo o in macchina. In tal caso
il rimborso è di 250 € tra carburante e pedaggi.
I programmi tedeschi REAG / GARP sono finanziati congiuntamente dai governi federali e statali. Il 2016 la Germania ha speso 10.1 mln di € in rimpatri ma ottenuto fondi UE per asilo, migrazione e Fondo per l'integrazione (AMIF) consistenti in 3,1 MILIARDI di €. Insomma, mentre noi ci rimettiamo, la Germania addirittura lucra sui migranti.
I migranti in attesa di asilo, scoraggiati dalle attese e dall’esito incerto e molto improbabile di un permesso di soggiorno, arraffano i quattro soldi che la Merkel gli mette in mano e fanno ritorno a casina loro con la prospettiva di vivere un po’ meglio, magari investendo il “Capitale ottenuto” in un’attività. Per i kosovari ci sono progetti di rimpatrio speciali, come ad esempio il programma "URA2” che prevede il rimborso parziale (50€) delle spese di viaggio per tornare a Pristina, un ulteriore assegno di 50 euro una tantum ed un'indennità di affitto fino a 600 euro, l'acquisizione di costi di formazione (500 euro) e l'assistenza di start-up di 3.000 euro per le idee di business speciali. Per i migranti dell’Africa sub Sahariana esiste un listino che stabilisce l’ammontare del rimborso in riferimento al paese di origine (Afghanistan, Iraq, Iran, Etiopia, Eritrea, Nigeria, Siria, Pakistan e Ghana) più o meno consistente e comunque non superiore a 500€ per ogni adulto. Colpisce il fatto che i siriani siano i meno pagati.
Sono 37.220 le persone che nel 2015 hanno lasciato il paese nell'ambito dei programmi GARP/ REAG, alcuni dei quali (32.000) provenienti da paesi balcanici. Per i profughi provenienti da zone di conflitto, il programma è (almeno finora) usato molto meno frequentemente. Nel complesso, il numero di partenze volontarie registrati è triplicato l'anno scorso secondo l'Ufficio federale della migrazione e rifugiati (Bamf).
E’ dalla metà degli anni 90 che la Germania si serve di questi metodi spicci ed economici, ivi compreso nel 2015 quando andò in onda lo sceneggiato della sig.ra Merkel che apriva le porte ai rifugiati.
I programmi tedeschi REAG / GARP sono finanziati congiuntamente dai governi federali e statali. Il 2016 la Germania ha speso 10.1 mln di € in rimpatri ma ottenuto fondi UE per asilo, migrazione e Fondo per l'integrazione (AMIF) consistenti in 3,1 MILIARDI di €. Insomma, mentre noi ci rimettiamo, la Germania addirittura lucra sui migranti.
I migranti in attesa di asilo, scoraggiati dalle attese e dall’esito incerto e molto improbabile di un permesso di soggiorno, arraffano i quattro soldi che la Merkel gli mette in mano e fanno ritorno a casina loro con la prospettiva di vivere un po’ meglio, magari investendo il “Capitale ottenuto” in un’attività. Per i kosovari ci sono progetti di rimpatrio speciali, come ad esempio il programma "URA2” che prevede il rimborso parziale (50€) delle spese di viaggio per tornare a Pristina, un ulteriore assegno di 50 euro una tantum ed un'indennità di affitto fino a 600 euro, l'acquisizione di costi di formazione (500 euro) e l'assistenza di start-up di 3.000 euro per le idee di business speciali. Per i migranti dell’Africa sub Sahariana esiste un listino che stabilisce l’ammontare del rimborso in riferimento al paese di origine (Afghanistan, Iraq, Iran, Etiopia, Eritrea, Nigeria, Siria, Pakistan e Ghana) più o meno consistente e comunque non superiore a 500€ per ogni adulto. Colpisce il fatto che i siriani siano i meno pagati.
Sono 37.220 le persone che nel 2015 hanno lasciato il paese nell'ambito dei programmi GARP/ REAG, alcuni dei quali (32.000) provenienti da paesi balcanici. Per i profughi provenienti da zone di conflitto, il programma è (almeno finora) usato molto meno frequentemente. Nel complesso, il numero di partenze volontarie registrati è triplicato l'anno scorso secondo l'Ufficio federale della migrazione e rifugiati (Bamf).
E’ dalla metà degli anni 90 che la Germania si serve di questi metodi spicci ed economici, ivi compreso nel 2015 quando andò in onda lo sceneggiato della sig.ra Merkel che apriva le porte ai rifugiati.
Brett Sinclair
Fonte:Spiegel On Line
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