Ma la Mafia da che parte sta?


Quel dannato 8 Settembre del ’43, segnò la fine dell’autonomia dello Stato Italiano, che per quanto Nazional-Fascista, era comunque un Governo del popolo. L’ Operazione “Husky” aveva già provocato migliaia di morti in Sicilia, civili vittime dei bombardamenti. L’invasione culminò in una manovra a tenaglia, con lo sbarco degli Inglesi del Generale Montgomery sul lato Est e il contemporaneo sbarco dell’armata americana del Generale Patton sul fronte Occidentale, su Palermo. L’intento era la strategia del terrore, spingere il popolo a rivoltarsi contro Mussolini. Ma le cose non andarono proprio così, gli eserciti occupanti scoprirono “La Mafia”. L’usuale comportamento degli USA quando si trovano di fronte a forti poteri locali è utilizzarli, arruolarli al proprio servizio. Fu così che la Mafia, un potere fino ad allora tenuto sotto scacco (insieme alla Massoneria) dal Duce, venne riesumata. Furono insigniti di cariche pubbliche circa 600 mafiosi che in cambio dovevano solo tenere a bada il popolo, che temeva più questi ultimi che la Coalizione.
La strategia adottata dagli americani anche in altri conflitti, ha avuto sempre ripercussioni. Oltre che con la Mafia, negli anni gli USA strinsero patti segreti con i califfati, in Afghanistan, in Africa sub Sahariana, fermo poi ritrovarsi ad affrontare eserciti che nel frattempo, proprio grazie a loro, si erano organizzati.
Il Rapporto “Scotten” desecretato qualche anno fa, riporta inequivocabilmente gli accordi segreti tra il Governo USA e Cosa Nostra. Ma due anni dopo, gli americani non sapevano come liberarsi dei loro scomodi “alleati segreti” e incaricarono Scotten, un Giovane ufficiale di riferire sul problema Mafia in Sicilia. Dopo le dovute indagini, questi prospettava tre possibili iniziative:
a) un’azione diretta, stringente e immediata per controllare la mafia;
b) una tregua negoziata con i capimafia;
c) l’abbandono di ogni tentativo di controllare la mafia in tutta l’isola e il ritiro in piccole enclave strategiche, attorno alle quali costituire cordoni protettivi esercitando al loro interno un governo militare assoluto.
((( La prima soluzione richiede un’azione fulminea e l’arresto simultaneo e concertato di cinque o seicento capifamiglia - senza curarsi delle personalità e delle loro connessioni politiche- affinché siano deportati, senza alcuna traccia di processo (...). La seconda soluzione (la tregua, continua Scotten, ndr) sembra apparentemente quella il cui successo è meno garantito. Ma la sua buona riuscita dipende dall’estrema segretezza di fronte ai siciliani e al personale stesso del Governo Militare Alleato... Dipende anche dalla personalità del negoziatore e dalla sua abilità nel conquistare la fiducia di questi capimafia da contattare sui seguenti punti: (...) gli Alleati acconsentono a non interferire con la mafia (...) Questo significa l’accettazione a un certo grado, da parte degli Alleati, del principio dell’omertà, un codice che la mafia comprende e rispetta interamente». La soluzione meno interventista che però «significherebbe consegnare la Sicilia per lungo tempo ai poteri criminali».)))
E lungo, lunghissimo tempo fu. Nel frattempo la Mafia cresceva a dismisura sotto l’ala protettrice della CIA prima, dei Servizi italiani dopo e di seguito dell’intero apparato statale. I servizi di sicurezza nostrani sono eterodiretti dall’estero, in particolare da Washington, Londra e Tel Aviv. Peggio: nei posti di comando ci sono non di rado mezze calzette, mentre lungo la catena di comando dall'alto ai più bassi ranghi bivaccano raccomandati e arrivisti senza arte né parte, mentre nei ruoli di controllo parlamentare albergano analfabeti funzionali in materia.
Il fondatore del ROS Carabinieri, prefetto e generale Mario Mori non ha dubbi: «I servizi segreti italiani sono morti l’8 settembre 1943: siamo entrati all’interno di un’alleanza con gli americani che ci ha tolto molto della nostra libertà. Il predominio della CIA di fatto ha consegnato la direzione del Paese a un’altra potenza. Molte colpe le ha il mondo politico, che ha scelto spesso nei posti di comando sistemazioni politiche, più che persone meritevoli».
Il “Patto Stato-Mafia” dunque non è “IL” ma semplicemente uno dei tanti patti segreti che in oltre 70 anni strinsero le parti. Un rapporto cronicizzato e incancrenitosi negli anni, che ha radici in tempi lontani e che non è iniziato con nessuno dei tanto odiati, seppur collusi politici contemporanei, né con quelli dell’ultimo scorcio di secolo. Di fatto nessun Governo neoeletto ne è stato immune, ricevendo implicitamente la direttiva di continuità, intrinsecamente al mandato di Amministrazione.
Il legame che unì la CIA alla Mafia non giovò solo ai Picciotti in patria, ma anche e molto a Cosa Nostra del Nuovo Mondo. Alcuni malviventi italo americani furono ingaggiati in qualità di traduttori, non avendo i siculi nemmeno la padronanza della lingua italiana e che dunque si esprimevano nella forma dialettale. Pare che costoro effettuassero traduzioni addomesticate negli interessi delle famiglie e comunque sia, alcuni di quei traduttori divennero negli anni a seguire i Boss della mala NewYorkese Lucky Luciano e Vito Genovese. Gli interessi tra le parti cominciarono ad affievolirsi con la caduta del muro di Berlino quando la Mafia che di fatto, a fronte di servizi segreti italiani praticamente inesistenti, fu sollevata dall’incarico di spionaggio, essendosi precedentemente posta in chiave anti comunista, molto più efficade della DC e dei Partiti di Destra. Due anni dopo, l’omicidio di Salvo Lima, l’interfaccia tra Governo e Mafia, segnava l’inizio di un lungo periodo di mattanza dovuto alle ristrettezze profilatesi dal parziale disinteresse americano verso i business delle famiglie. A questa si intervallarono arresti eccellenti fino ad allora omessi o ritenuti improbabili.
L’Italia, il ventre molle dell’Europa secondo una definizione di Churchill, è scesa a patti con la Mafia dai tempi dello sbarco dei Mille, alla seconda Guerra Mondiale e durante gli anni di piombo. Mi chiedo oggi, che stiamo combattendo una guerra non convenzionale contro un nemico sfuggente quanto spietato, potrebbe ancora servirci? Ma soprattutto, oggi da che parte sta?

Brett Sinclair

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